Oscar Ghiglia, La signora Ojetti nel roseto, 1907 (particolare)

Courtesy Società di Belle Arti, Viareggio

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Oscar Ghiglia, La signora Ojetti nel roseto, 1907 (particolare)

Courtesy Società di Belle Arti, Viareggio

Alla Fondazione Magnani-Rocca i fiori non sono solo fiori

All’allestimento primaverile nel museo parmigiano fa eco la presentazione del restauro del Parco Romantico che circonda la Villa dei Capolavori

Con l’arrivo della primavera, la Fondazione Magnani-Rocca ospita la mostra «Flora. L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal Novecento a oggi», in programma dal 15 marzo al 29 giugno alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo (Pr).

L’esposizione nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Magnani-Rocca e il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, ed è curata da Daniela Ferrari e Stefano Roffi. È realizzata grazie al contributo di Fondazione Cariparma e Crédit Agricole Italia.

La rassegna presenta oltre 150 opere a tema floreale di maestri italiani, da fine Ottocento fino alla contemporaneità. Le ortensie di Segantini, Longoni e Fornara, le dalie di Previati e Donghi, la «Flora magica» di Depero e i mazzi di fiordalisi, papaveri e margherite di Casorati, un «Gladiolo fulminato» di de Pisis e i crisantemi di de Chirico e Cremona. Accanto a questi lavori, le sale della Villa ospitano un percorso che attraversa Simbolismo, Futurismo, Realismo magico, Astrazione e le nuove forme espressive della contemporaneità.

Il fiore non è mai solo un fiore: va sempre oltre la sua rappresentazione. Per Boldini simboleggia la grazia, per de Pisis è un’esplosione di colori e una riflessione sulla caducità della vita, per Morandi è una meditazione silenziosa. L’allestimento percorre una sorta di viaggio nell’arte italiana, dalla ricchezza simbolica di Segantini e Previati all’avanguardia di Balla e Depero, fino agli esiti contemporanei di Kounellis, De Maria, Gilardi, Schifano e Paolini.

Le sale della Villa dei Capolavori si trasformano in giardini segreti, evocati dalle opere di Pellizza da Volpedo, Chini, Nomellini, Moggioli, Boccioni, per ospitare fiori dipinti o scolpiti del Novecento, da quelli simbolici a quelli futuristi, da quelli recisi a quelli silenziosi fino ai fiori inquieti. Il tutto dialoga con i capolavori di Monet, Renoir, Cézanne, Dürer, Tiziano, Goya, Canova, Burri appartenuti a Luigi Magnani. La rosa è protagonista di un’intera sezione: quelle di Morandi dialogano con quelle di Funi, Oppi, Cagnaccio, Pirandello e Mafai.

Parallelamente viene presentato il restauro del Parco Romantico che circonda la Villa dei Capolavori, gioiello paesaggistico unico in Italia, che si estende per dodici ettari e che comprende un giardino all’inglese, un giardino all’italiana e il nuovo giardino contemporaneo. Un patrimonio verde con centinaia di nuovi alberi, arbusti e fiori, con piante esotiche e monumentali a circondare la villa che fu dimora di Luigi Magnani. Il Parco Romantico conserva anche tre esemplari maestosi iscritti nell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia: un Cedrus libani, una Sequoia sempervirens e un Platanus hybrida, che sono stati oggetto di cure speciali. Al Parco si aggiunge un biolago e l’esperienza multisensoriale del nuovo giardino contemporaneo ispirato al New Perennial Movement, in cui i visitatori saranno avvolti da un’esplosione di colori e profumi, immersi in un paesaggio che cambia nei mesi, stagione dopo stagione. Il restauro è stato realizzato grazie al supporto del Ministero della Cultura con i fondi Pnrr.

Redazione, 06 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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