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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoli«Amava l’arte e l’alta società in egual misura». Così Jean Cocteau definiva Tamara de Lempicka, icona dell’Art Decò, tra le ritrattiste più ricercate della Parigi tra le due guerre, dove la pittrice (di madre polacca e di padre ebreo russo) era approdata tra il 1918 e il 1933 in fuga da San Pietroburgo, insieme al suo primo marito Tadeusz e alla loro figlia neonata, in seguito allo scoppio della Rivoluzione Russa. Tra i capolavori dipinti nel suo appartamento-atelier in Rue Méchain, nel 14mo arrondissement, progettato dall’architetto modernista Robert Mallet-Stevens e frequentatissimo dal jet set dell’epoca per i suoi attesissimi cocktail party, vi è il ritratto dello scienziato medico Pierre Boucard, magnate farmaceutico che nel 1907 inventò uno dei primi probiotici, il Lactéol, nonché mecenate dell’artista. Appassionato collezionista d’arte, Boucard possedeva numerose opere di Lempicka e le commissionò anche una serie di ritratti della sua famiglia, tra cui il suo, dipinto nel 1928 a olio su una tela di 135x75 cm, fotografato nello stesso anno, in fase di lavorazione all’interno del suo atelier, da Jacques Henri Lartigue e messo in vendita da Christie’s a Londra il prossimo 5 marzo nell’asta 20th/21st Century Evening Sale, con una stima di 7 milioni-10 milioni di sterline.
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Portrait of Dr Boucard by Tamara de Lempicka, Paris, 1928. On the wall above the bed is another work by Lempicka, her 1925 painting Portrait of the Duchess de la Salle. Photograph by Jacques Henri Lartigue. © Ministère de la Culture (France), MPP-AAJHL. Artworks: © Tamara de Lempicka Estate, LLC / ADAGP, Paris and DACS, London 2025
Bella, aristocratica, mondana e ricercata dai fotografi, già nota all’epoca come la «baronessa con il pennello», la talentuosissima Lempicka raggiunse il successo piuttosto precocemente, già salita agli onori della critica con il Salon d’Automne del 1922. «Tra cento dipinti, si potevano sempre riconoscere i miei. Le gallerie... mi mettevano nelle sale migliori, sempre al centro, perché i miei dipinti attraevano la gente», affermava a proposito di quegli anni. «Nelle sue opere migliori, Lempicka ha raggiunto una magistrale miscela di classico (apprezzato sin dai giovanili viaggi in Italia) e contemporaneo», spiegano da Christie’s. «Per il ritratto di Boucard, adottò l’ideale manierista della figura serpentinata, in cui una figura ruota attorno a un asse con gli arti inferiori rivolti in una direzione e il busto nella direzione opposta, creando così un senso di movimento. Per quanto riguarda gli aspetti moderni di “Portrait du Docteur Boucard” da evidenziare: il ritaglio stretto e l’illuminazione atmosferica, espedienti usati nel cinema dell’epoca; lo sfondo cubista che allude a una messa in scena urbana, con alti edifici; la lucentezza metallica con cui Lempicka ha terminato questo dipinto e molti altri, caratteristica che allude ai progressi dell’era delle macchine». Il dipinto proveniente da un’importante collezione privata, raffigura il dottore con microscopio e campione, alludendo al suo fondamentale contributo nella ricerca scientifica. Si è conclusa il 9 febbraio la prima retrospettiva americana di Tamara de Lempicka, ospitata al al de Young Museum di San Francisco e ora in allestimento al Museum of Fine Arts di Houston, dove sarà visibile dal 9 marzo al 26 maggio.
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