La recente apertura di una nuova ampia sede della galleria Superfície all’interno della villa in stile modernista dell’architetto brasiliano Flávio de Carvalho (deceduto nel 1973), a dieci anni dall’inaugurazione della precedente sede (che rimane comunque aperta), è un segnale da non trascurare relativo al desiderio di rinnovamento e rilancio dell’arte contemporanea brasiliana. Troppo spesso in questi anni l’attenzione si è concentrata sull’Asia o sui Black Artist americani e africani e l’America Latina è scivolata un po’ in disparte, forse anche per la mancanza in tale area di una fiera d’arte di livello internazionale.
Arteba a Buenos Aires e Artbo a Bogotá hanno entrambe carattere regionale, mentre il Messico, con Zona Maco, è troppo a nord per coinvolgere in maniera diretta e costante i vicini dell’America del Sud. Anche in fatto di gallerie l’America Latina non brilla per numero e qualità. Vero è che a San Paolo da anni lavorano bene la Galeria Luisa Strina e la galleria Fortes D’Aloia & Gabriel (un tempo si chiamava Fortes Vilaça) e a Buenos Aires la storica galleria Ruth Benzacar. Ma c’è poco altro. Inoltre negli anni passati White Cube poco dopo l’apertura chiuse la sede di San Paolo, mentre a Rio de Janeiro ebbe vita non lunga la galleria Progetti, aperta da Paola Colacurcio in società con Niccolò Sprovieri.
La nuova galleria Superfície ha inaugurato il 29 agosto una mostra intitolata «Jornais etc.» (Giornali ecc.), che rimarrà aperta fino al 12 ottobre e che include artisti consacrati come Cildo Meireles e Paulo Bruscky accanto a giovani emergenti, tutti accomunati dall’utilizzo dei giornali come elemento investigativo o come materiale che viene adoperato fisicamente nella costruzione dell’opera.