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Leonora Carrington, «Les distractions de Dagobert», venduta da Sotheby’s per 28,5 milioni di dollari a New York lo scorso novembre

© Sotheby’s

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Leonora Carrington, «Les distractions de Dagobert», venduta da Sotheby’s per 28,5 milioni di dollari a New York lo scorso novembre

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Anders Petterson: «Il rallentamento del mercato ha eliminato elementi speculativi»

Il calo delle vendite è in gran parte legato alla mancanza di fiducia dei venditori: all’asta meno collezioni di rilievo e vendite di singoli proprietari. Ne risentono soprattutto le opere oltre il milione

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Elena Correggia

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Nel 2024 gli affari delle principali case d’asta hanno perso nei comparti strategici quasi il 30%. A soffrire di più sono state le opere sopra il milione di dollari. Ma la riduzione dei valori non è necessariamente un male, anzi. Lo dice Anders Petterson, fondatore e amministratore delegato della società di analisi del mercato dell’arte ArtTactic.

Per il mercato dell’arte il 2024 è stato un anno denso di sfide, con una riduzione generale del giro d’affari delle più importanti case d’asta internazionali. Quali sono le ragioni?
Fattori come guerre e incertezze geopolitiche, elezioni mondiali e venti contrari all’economia hanno colpito il mercato dell’arte negli ultimi due anni, intaccando la fiducia di venditori e acquirenti. La nostra ultima «Art market confidence survey», condotta nel luglio 2024, ha mostrato che la fiducia del mercato dell’arte ha raggiunto il minimo da quattro anni a questa parte. È importante notare che il calo complessivo delle vendite è in gran parte determinato dall’offerta (dalla mancanza di fiducia da parte dei venditori), soprattutto perché quest’anno sono andate all’asta meno collezioni di rilievo e vendite di singoli proprietari. Ciò è evidente nel declino del mercato delle vendite da 1 milione di dollari in su, che hanno registrato un calo complessivo del 35% nel 2024.

C’è chi ritiene che questa correzione sia una buona notizia, perché ha allontanato la speculazione dal mercato. È d’accordo?
Sì, credo che il rallentamento del mercato abbia eliminato molti elementi speculativi, in particolare nel mercato dei giovani artisti contemporanei, che quest’anno ha visto un calo delle vendite all’asta del 50%. Tuttavia, il numero di lotti venduti di giovani artisti è diminuito solo del 9%, il che indica che c’è ancora domanda, ma a prezzi più bassi. I rendimenti degli investimenti in arte quest’anno sono stati discontinui e incoerenti, con una media di circa il 3,7% (in calo rispetto al 5,7% del 2023), ma con rendimenti più elevati su investimenti di più lungo periodo (superiori a 10 anni). Quanto alla finanziarizzazione del mercato dell’arte, ritengo che questa tendenza continuerà e fa parte di un trend a lungo termine di cambiamento delle motivazioni tra gli acquirenti più giovani, che esprimono una motivazione economica e finanziaria più forte riguardo al possedere arte.

Quali sono i fatti più rilevanti nel mercato internazionale dell’arte del 2024? Quali tendenze sono emerse o si sono rafforzate?
Le vendite complessive di arte antica, impressionista e moderna, del dopoguerra e contemporanea di Sotheby’s, Christie’s e Phillips sono diminuite del 29,4% rispetto al 2023. Tuttavia, la fascia bassa del mercato (sotto i 50mila dollari) ha registrato una buona performance rispetto al mercato complessivo, con un calo di solo il 4,3% nel giro d’affari e del 2% nel numero di lotti venduti. Le vendite online hanno avuto un buon andamento rispetto al mercato complessivo, con una riduzione solo del 5% rispetto al 2023. Ciò suggerisce che, sebbene la fascia alta del mercato sia sottoperformante, il mercato delle opere d’arte di prezzo inferiore rimane solido e le vendite stabili attraverso il canale online suggeriscono che stiamo assistendo a una domanda continuativa da parte di una generazione più giovane di acquirenti, nonostante un contesto più difficile.

Quale settore dell’arte ha sofferto di più e quale ha ottenuto un exploit?
Due dei mercati più importanti hanno conosciuto un calo: quello di Pablo Picasso è sceso del 67,8% nel 2024 e quello di Jean-Michel Basquiat del 22,7%. C’è ottimismo per l’arte surrealista: nell’ultimo anno il mercato di René Magritte è apparso in crescita del 65,8% e quello di Leonora Carrington è aumentato del 1.642,6%, grazie al dipinto da record («Les distractions de Dagobert», Ndr) che è stato aggiudicato per 28,5 milioni di dollari (commissioni incluse) da Sotheby’s a New York lo scorso novembre.

Quali sono le sue previsioni per il 2025?
Sono lievemente ottimista per il 2025. Abbiamo iniziato a vedere qualche timido segnale nella seconda metà del 2024, in particolare nelle vendite di spicco allestite da Christie’s a New York, che hanno registrato un aumento del 13% rispetto al primo semestre del 2024. Le aspettative dei venditori si stanno gradualmente adeguando a una nuova situazione che porterà a prezzi e valutazioni più realistici. Non credo che siamo ancora fuori pericolo, i fattori macro menzionati in precedenza sono ancora molto presenti e difficilmente scompariranno presto. Tuttavia, credo che stiamo raggiungendo, o che forse abbiamo già raggiunto, il fondo.

Quali sono i cambiamenti più importanti in atto nel mercato dell’arte dovuti al crescente numero di collezionisti Millennial?
I cambiamenti di gusto diventeranno più evidenti con l’ingresso nel mercato di collezionisti più giovani. Non è ancora chiaro se la nuova generazione continuerà a sostenere gli stessi artisti che hanno sostenuto le generazioni precedenti (i baby boomers) il che potrebbe avere un impatto significativo sul mercato di alcuni artisti. Ci sono anche segnali che indicano che i collezionisti più giovani hanno un interesse più ampio per altri oggetti da collezione (gioielli, orologi, borse, scarpe da ginnastica e così via) e che le belle arti non sono necessariamente il loro obiettivo principale.

C’è qualche nicchia promettente ancora sottovalutata?
Credo che nei prossimi anni il genere continuerà a essere al centro dell’attenzione (le donne artiste) sia delle generazioni attuali sia di quelle precedenti. Inoltre, dato che i musei di tutto il mondo si stanno impegnando per aumentare la visibilità degli artisti appartenenti a minoranze (artisti neri, artisti Lgbtq+) nelle loro collezioni e mostre, è probabile che il mercato li seguirà. 

Nel rapporto di ArtTactic e Hiscox su arte e intelligenza artificiale si afferma che, nonostante l’esitazione dei collezionisti d’arte tradizionali, l’arte generata dall’IA è destinata a decollare nel mercato Nft.
L’arte generata dall’IA è ancora una forma d’arte emergente, ma è probabile che l’interesse aumenti in linea con le tendenze generali dell’IA e con il modo in cui noi esseri umani la adottiamo nella nostra vita quotidiana. L’incertezza sulla violazione del diritto d’autore in termini di utilizzo del materiale degli artisti per allenare i software e la garanzia che gli artisti siano ricompensati per l’uso della loro proprietà intellettuale saranno fondamentali per assicurare l’equità e la sostenibilità di questo mercato. Vedo l’arte generata dall’IA come un altro tipo di mezzo, potrebbe essere un incredibile strumento creativo per l’artista, non si tratta di sostituire la creatività umana, ma di far lavorare insieme uomini e macchine. Quando l’IA diventerà più comune, potremmo assistere a una maggiore accoglienza e interesse da parte dei collezionisti e degli acquirenti più giovani, che potrebbero avere una visione meno tradizionalista di ciò che l’arte è o non è.

Lei è anche un collezionista d’arte?
In genere acquisto arte che ha un significato personale per me o che si basa su una relazione specifica, piuttosto che seguire le tendenze del mercato. Collezionare arte per me è un antidoto alla mia vita quotidiana di analisi e scrittura delle tendenze del mercato dell’arte.

Elena Correggia, 06 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

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