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La Sala Federiciana della Veneranda Biblioteca Ambrosiana

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La Sala Federiciana della Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Andrea Canova: «Il catalogo della Biblioteca Ambrosiana consultabile dagli studiosi del mondo»

I progetti per i prossimi cinque anni del nuovo presidente della Congregazione dei Conservatori della «Veneranda»

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Dal 20 ottobre, e per i prossimi cinque anni, la Congregazione dei Conservatori della Veneranda Biblioteca Ambrosiana (uno dei due organi di governo, con il Collegio dei Dottori, della pionieristica istituzione voluta dal cardinale Federico Borromeo nel 1607) ha un nuovo presidente, Andrea Canova (Mantova, 1967) nominato, come da statuto, dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini. Ordinario dal 2019 di Letteratura italiana all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si è laureato (per poi conseguire un dottorato in Italianistica all’Università di Pisa e una Frances Yates Fellowship presso il Warburg Institute di Londra) e dove dal 2022 è preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Canova aggiunge questa nuova, importante carica alle molte che già figurano nel suo curriculum e, al tempo stesso, ritorna in quello che è per lui «un luogo dell’anima», da frequentatore assiduo quale è sempre stato della Biblioteca. Con lui parliamo dei suoi progetti per l’Ambrosiana.

Presidente, quali sono le linee guida che intende seguire e quali le novità che introdurrà?
Posso anticiparle alcune delle prospettive che vedo dopo aver preso i primi contatti, una parte delle quali va in perfetta continuità con ciò che è stato fatto finora. Siamo tutti consapevoli che le Biblioteche di conservazione stiano affrontando una stagione tecnologicamente nuova: l’Ambrosiana ha già iniziato la digitalizzazione dei suoi manoscritti, che andrà proseguita. Non solo: abbiamo un vasto patrimonio (in prevalenza di fondi giunti con donazioni) che solo in parte è stato modernamente catalogato e che va esaminato con cura. L’ideale sarebbe procedere anche con una messa a disposizione online, sebbene non vada dimenticato che i cataloghi cartacei conservano tuttora il loro significato, al sicuro dall’obsolescenza dei supporti. Le due realtà possono e devono coesistere: in ogni caso è necessario almeno un esito online, in modo che il catalogo della Biblioteca Ambrosiana sia consultabile dagli studiosi del mondo esattamente come quello della Yale University. Un’altra linea già in atto, da rafforzare, è comunicare maggiormente il patrimonio della Biblioteca con incontri simili agli attuali «Intorno a un codice»: continueremo a farli ma dovremo pensare a incontri dedicati anche ad altri testi. E su questo fronte posso contare sull’aiuto del Collegio dei Dottori e sulla loro esperienza. La mia meta più importante (sebbene molto ambiziosa) è che l’Ambrosiana diventi un laboratorio, un punto d’incontro di competenze diverse perché l’umanesimo non sia disconnesso dalla vita della comunità: una comunità sempre più larga, ormai «globale», come si dice oggi. 

Riguardo ai rapporti con la contemporaneità, quali sono i suoi obiettivi?
Anche se, da filologo, mi occupo soprattutto di testi antichi, sono convinto che la cultura moderna faccia parte della missione etica dell’Ambrosiana. È ciò che già si sta facendo, bene, in Pinacoteca. Posso contare del resto sul segretario generale Antonello Grimaldi, che con grande competenza si occupa della messa in opera dei progetti, oltre che della tessitura dei rapporti più complessi. 

Negli ultimi anni la Pinacoteca Ambrosiana ha visto crescere in modo esponenziale il numero dei visitatori (entro la fine del 2025 ci si avvicinerà al mezzo milione). Anche per voi, come per altre istituzioni che hanno avuto una crescita impetuosa, si pone il problema della sostenibilità?
Quello della sostenibilità è un grande problema, che conosciamo bene, frutto com’è di alcune dinamiche di tipo socio economico, dalla facilità degli spostamenti alla forte attrattività di Milano. Dovremo fare conti attenti per la preservazione e la tutela del nostro patrimonio e siamo pronti ad adottare tutte le misure necessarie.

Quale sarà il primo progetto «pubblico» del suo mandato? 
Penso a incontri sul tema del confronto antico e moderno: conferenze con nomi di grande richiamo della cultura e dell’arte, chiamati non tanto a illustrare un’opera quanto piuttosto a riflettere su problemi come la comunicazione dei classici oppure ad affrontare grandi argomenti come la pace e la guerra visti attraverso i loro occhi ma da un’angolazione nuova, non esclusivamente specialistica.

«Tragedie» di Lucio Anneo Seneca, trascritte e illustrate nel XIV secolo

Ada Masoero, 07 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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