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Un’immagine di bambini che giocano con il kit del progetto Tomato

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Un’immagine di bambini che giocano con il kit del progetto Tomato

App e kit creativo per attrarre e divertire i bambini nei musei

È il progetto Tomato, finanziato dall’Unione Europea e adottato in musei italiani e internazionali

Anna Saba Didonato

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Rendere più accattivante e duratura l’esperienza museale dei più piccoli è l’obiettivo di un nuovo strumento educativo, Tomato, che affonda le sue radici nel periodo della pandemia quando, con la chiusura al pubblico dei luoghi della cultura, si è ulteriormente cercato di avvicinare il museo alle famiglie. Si tratta di un kit creativo che, coerentemente con il suo acronimo (Tomato: The Original Museum Available To Overall), intende estendere il più possibile l’accessibilità ai contenuti culturali, con uno sguardo attento all’inclusione, come l’uso di font ad alta leggibilità e di colori adatti a bambini daltonici.

Una «creative box» che contiene giochi ispirati alla collezione del museo di riferimento e a cui si associa un’app in cui Mr. Tomato, la mascotte del progetto, accoglie i piccoli utenti e li accompagna nella navigazione, tra giochi a tema ed esplorazione di luoghi di interesse. Una scelta non casuale quella del «personaggio guida» in quanto, come il pomodoro, originario di Paesi lontani, è entrato a far parte della nostra cultura alimentare, allo stesso modo si auspica che la cultura museale possa diffondersi e diventare sempre più accessibile alle famiglie.

Ideatore del concept e della realizzazione progettuale ed educativa di Tomato è il gruppo Pleiadi di Verona, specializzato in progetti legati alla diffusione delle discipline Stem (acronimo per Science, Technology, Engineering e Mathematics), che insieme a Venetian Cluster, responsabile della creazione di un partenariato internazionale di supporto, ha partecipato con successo alla call europea Crea-Cult-2021.

Sono otto i musei europei coinvolti in questo progetto, tra cui il Museo d’Arte Orientale di Venezia che, oltre a utilizzare il kit nelle scuole, ha deciso di regalarlo ai piccoli visitatori al termine dei laboratori dedicati alle «Avventure di una scimmietta coraggiosa», Monk Fu. Dopo aver ascoltato la storia della scimmietta, alla ricerca dell’armatura dell’eroina samurai Tomoe Gozen (smembrata e sparpagliata tra Indonesia, Cina e Giappone), i bambini visitano il museo alla ricerca degli animali nominati durante il racconto e utilizzano il kit, svolgendo attività ludico educative da completare a casa con la collaborazione dei genitori.

La scatola del Tomato kit del Museo d’Arte Orientale contiene un libretto con la storia di Monk Fu; le tavole illustrate della favola giapponese del «ragazzo pesca», Momotarō, che da lui prende nome, da utilizzare con il piccolo butai da kamishibai in legno contenuto all’interno; uno «story memory» per inventare storie e consolidare le conoscenze acquisite in merito alle curiosità sul continente asiatico. L’app che accompagna il kit vuole esserne un’estensione digitale. In tutto sono state create 8 tipologie di kit, una per ogni museo, progettati in base all’identità e al patrimonio di ciascuno di essi, per un totale di 125 scatole per partner coinvolto.

Il progetto «Tomato kit», così come previsto dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, si è concluso nel giugno scorso ma già guarda al futuro e aspira a passare da prototipo a prodotto culturale strutturato e sostenibile «grazie al coinvolgimento diretto di nuovi musei come co-finanziatori; a sponsorizzazioni da parte di fondazioni o aziende interessate a sostenere l’accessibilità culturale; alla vendita diretta delle box, con contributo minimo; oltre all’eventuale candidatura a nuovi bandi europei», come dichiara Alessio Scaboro, direttore creativo di Pleiadi. 

Oltre al museo veneziano, hanno partecipato al progetto il Museo Esapolis di Padova, la Galleria Sladovna di Písek in Repubblica Ceca, l’ecomuseo croato Istrian De Dignan, i musei sloveni Abakkum, Skrateljc e la Casa Museo Tartini, e il museo austriaco Frida&Fred a Graz. Ma sono al momento 15 i musei internazionali che hanno chiesto di entrare nella rete Tomato, tra questi l’Uganda Museum «interessato alle potenzialità di inclusività e accessibilità per le famiglie e le scuole, in un contesto in cui la distanza fisica dai musei è spesso un ostacolo significativo». Almeno una decina i musei italiani che hanno manifestato interesse, tra cui il Museo di Storia Naturale di Ferrara, il Museo Archeologico di Cremona, il Museo del giocattolo di Catania, alcuni musei civici della Toscana e diverse realtà legate al mondo dell’infanzia e della mediazione culturale.

Il «Tomato kit»

Anna Saba Didonato, 15 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

App e kit creativo per attrarre e divertire i bambini nei musei | Anna Saba Didonato

App e kit creativo per attrarre e divertire i bambini nei musei | Anna Saba Didonato