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Il Nuraghe Nieddu di Codrongianos

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Gianni Careddu | CC BY SA 4.0

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Il Nuraghe Nieddu di Codrongianos

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Gianni Careddu | CC BY SA 4.0

Archeologia sarda in mani private: una proposta

Il presidente della rete dei nuraghi sardi, Antonello Gregorini, in una lettera aperta al Ministro della Cultura suggerisce di istituire una piattaforma online per la restituzione anonima di antichità

Antonello Gregorini, presidente di Nurnet Aps, la rete dei nuraghi sardi, ha rivolto una lettera aperta al ministro della Cultura Alessandro Giuli, presentando un progetto innovativo volto a gestire con responsabilità una questione delicata che coinvolge molti cittadini sardi: il possesso, spesso inconsapevole, di reperti archeologici ereditati da generazioni.

La proposta prevede la creazione di una piattaforma online, gestita da Nurnet.net, che consenta la restituzione anonima, volontaria e documentata di manufatti archeologici, molti dei quali tramandati prima dell’introduzione delle attuali normative di tutela dei beni culturali.

I punti chiave dell’iniziativa sono:

• Piattaforma di segnalazione anonima: un portale dedicato per la segnalazione e la consegna dei reperti, garantendo la riservatezza dell’identità dei cittadini grazie a un sistema che non registra dati sensibili.

• Raccolta e spedizione: attivazione di punti di raccolta in luoghi neutrali come biblioteche e associazioni culturali, e possibilità di spedizione anonima tramite corriere convenzionato.

• Catalogazione e custodia: i reperti saranno catalogati scientificamente e custoditi in sicurezza fino alla presa in carico da parte delle autorità competenti.

• Collaborazione istituzionale: formalizzazione di protocolli con le Soprintendenze territoriali per la regolarizzazione e l’inserimento dei reperti nei circuiti ufficiali di tutela e valorizzazione.

• Archivio digitale pubblico: creazione di un archivio online aperto a studiosi, appassionati e istituzioni, con schede dettagliate e immagini in alta definizione.

• Campagna di sensibilizzazione: programma informativo a livello regionale e nazionale per promuovere l’iniziativa e incoraggiare la restituzione volontaria e anonima.

• Trasparenza e monitoraggio: pubblicazione periodica di report sull’andamento del progetto e i risultati ottenuti.

L’obiettivo è trasformare un problema in un’opportunità di recupero del patrimonio culturale diffuso, rafforzando il rapporto tra cittadini e Stato e salvaguardando la memoria storica della Sardegna. Gregorini sottolinea che, con il sostegno del Ministro, il progetto potrebbe diventare un modello nazionale e internazionale di restituzione partecipata e civica dei beni culturali, «un’iniziativa che farebbe fare bella figura al Governo, all’Italia e a tutti noi che l’abbiamo ideata e che intendiamo realizzare al meglio».

Redazione, 13 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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