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Redazione
Leggi i suoi articoliAntonello Gregorini, presidente di Nurnet Aps, la rete dei nuraghi sardi, ha rivolto una lettera aperta al ministro della Cultura Alessandro Giuli, presentando un progetto innovativo volto a gestire con responsabilità una questione delicata che coinvolge molti cittadini sardi: il possesso, spesso inconsapevole, di reperti archeologici ereditati da generazioni.
La proposta prevede la creazione di una piattaforma online, gestita da Nurnet.net, che consenta la restituzione anonima, volontaria e documentata di manufatti archeologici, molti dei quali tramandati prima dell’introduzione delle attuali normative di tutela dei beni culturali.
I punti chiave dell’iniziativa sono:
• Piattaforma di segnalazione anonima: un portale dedicato per la segnalazione e la consegna dei reperti, garantendo la riservatezza dell’identità dei cittadini grazie a un sistema che non registra dati sensibili.
• Raccolta e spedizione: attivazione di punti di raccolta in luoghi neutrali come biblioteche e associazioni culturali, e possibilità di spedizione anonima tramite corriere convenzionato.
• Catalogazione e custodia: i reperti saranno catalogati scientificamente e custoditi in sicurezza fino alla presa in carico da parte delle autorità competenti.
• Collaborazione istituzionale: formalizzazione di protocolli con le Soprintendenze territoriali per la regolarizzazione e l’inserimento dei reperti nei circuiti ufficiali di tutela e valorizzazione.
• Archivio digitale pubblico: creazione di un archivio online aperto a studiosi, appassionati e istituzioni, con schede dettagliate e immagini in alta definizione.
• Campagna di sensibilizzazione: programma informativo a livello regionale e nazionale per promuovere l’iniziativa e incoraggiare la restituzione volontaria e anonima.
• Trasparenza e monitoraggio: pubblicazione periodica di report sull’andamento del progetto e i risultati ottenuti.
L’obiettivo è trasformare un problema in un’opportunità di recupero del patrimonio culturale diffuso, rafforzando il rapporto tra cittadini e Stato e salvaguardando la memoria storica della Sardegna. Gregorini sottolinea che, con il sostegno del Ministro, il progetto potrebbe diventare un modello nazionale e internazionale di restituzione partecipata e civica dei beni culturali, «un’iniziativa che farebbe fare bella figura al Governo, all’Italia e a tutti noi che l’abbiamo ideata e che intendiamo realizzare al meglio».
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