Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

M7 in Doha

Courtesy of Art Basel

Image

M7 in Doha

Courtesy of Art Basel

Art Basel Qatar, le anticipazioni sulla prima edizione: gallerie, artisti, tema curatoriale

La strategia è quella sperimentata dal colosso fieristico nelle altre sue sedi: dare ampio spazio alle realtà locali, e completare la proposta con l’élite del panorama galleristico internazionale

Davide Landoni

Leggi i suoi articoli

Arrivano dettagli importanti da Doha, dove a febbraio andrà in scena la prima edizione di Art Basel Qatar, in programma dal 5 al 7 febbraio 2026 (con anteprime il 3 e 4 febbraio). In primavera l'annuncio aveva scosso il mercato dell'arte e non solo, aprendo in maniera concreta a un futuro dove il Medio Oriente sarà probabilmente molto più integrato nelle dinamiche artistiche occidentali. Qualche mese più tardi la nomina a direttore dell’artista egiziano Wael Shawky ha consolidato la serietà di un progetto su cui, alla luce dell’esperienza di Art Basel (che fa tappa anche a Basilea, Miami, Hong Kong e Parigi), c’erano in realtà pochi dubbi. Oggi la fiera sazia parte della curiosità degli appassionati che si domandano come l’evento si svilupperà. Partiamo dal dato principale e da qualche numero a corollario.

Sono 87 le gallerie che prenderanno parte all’evento, provenienti da 31 Paesi, e presenteranno nel complesso 84 artisti. 16 espositori debutteranno ad Art Basel, per la maggior parte provenienti da Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale, rispettando la promessa fatta dalla fiera di proporre voci e prospettive inedite. Le sedi principali, come già anticipato, saranno quelle dell’M7 e del Doha Design District, insieme ad alcuni spazi pubblici selezionati nel centro di Doha. Nel complesso, per la prima edizione di Art Basel Qatar, Shawky ha pensato ad una formula che si discosta dal tradizionale modello espositivo, puntando su un formato aperto che stimoli un dialogo tra i partecipanti. L’argomento di discussione? Il tema curatoriale prende il titolo di Becoming: una riflessione sulla costante trasformazione dell’umanità e sui sistemi che plasmano il nostro modo di vivere, credere e generare significato. Pur rimanendo chiave l’aspetto commerciale, l’evento non rinuncia ad un abito curatoriale per il suo grande debutto.

«Il tema è una riflessione sul cambiamento, su come l’umanità rimodella il nostro modo di vivere, credere e creare significato – afferma il direttore artistico Wael Shawky. Il Golfo è al centro di questa storia, dove le tradizioni orali confluiscono nelle reti digitali e le antiche rotte commerciali tornano come nuovi percorsi di cultura e scambio. Qui l’arte non è solo testimone della storia, ma una forza che plasma il modo in cui immaginiamo e reimmaginiamo l’identità. La mia speranza è che la prima edizione di Art Basel Qatar diventi uno spazio in cui queste storie possano emergere. Gli ulteriori progetti pubblici commissionati amplieranno questo spirito, dando maggiore voce agli artisti della regione e consentendo alle loro prospettive di risuonare ben oltre i confini regionali. La loro portata completa sarà svelata nelle prossime settimane, invitando il pubblico ad anticipare ciò che è ancora in divenire».

La strategia è insomma quella sperimentata dal colosso fieristico nelle altre sue sedi: dare ampio spazio alle realtà locali, e completare la proposta con l’élite del panorama galleristico internazionale. Così alle gallerie del Golfo come Hafez Gallery (Jeddah, Riyadh), Gallery Misr (Il Cairo), Le Violon Bleu (Tunisi), Saleh Barakat Gallery (Beirut) e Tabari Artspace (Dubai), si affiancano i nomi più che conosciuti di Acquavella Galleries, Gagosian, Hauser & Wirth, Pace Gallery, David Zwirner e White Cube. «Con Art Basel Qatar, portiamo avanti la nostra missione di catalizzatori di scambio culturale e crescita del mercato – dichiara Noah Horowitz, CEO di Art Basel. La line-up delle gallerie per il primo anno è entusiasmante: accogliamo nuove voci diverse sulla nostra piattaforma e approfondiamo il nostro impegno con nuove aree geografiche, creando al contempo opportunità nella nostra rete di clienti esistenti e partner consolidati. Questa nuova avventura è possibile solo grazie all’impegno a lungo termine dei nostri partner, Qatar Sports Investments (QSI) e QC+, e sono entusiasta dell’impatto che la nostra collaborazione avrà nei prossimi anni».

Entrando nel merito della proposta artistica, sappiamo che più della metà degli 84 artisti rappresentati in questa prima edizione proviene dal Medio Oriente, dal Nord Africa e dall’Asia meridionale. Forse, ancor più interessante, è il fatto che molti di loro sono proposti da gallerie occidentali, a sottolineare come la fiera rafforzi e colga un dialogo già in essere tra le diverse culture. Citiamo alcune delle anticipazioni rilasciate: Etel Adnan sarà in mostra da Anthony Meier (Mill Valley) in collaborazione con Waddington Custot (Londra, Dubai), Ali Banisadr da Perrotin (Parigi, Londra, New York, Los Angeles, Hong Kong, Shanghai, Tokyo, Seul, Dubai), Ali Cherri da Almine Rech (Parigi, Bruxelles, New York, Shanghai, Monaco, Gstaad), Ahmed Mater da Athr Gallery (Jeddah, Riyadh, AlUla), Mona Hatoum da Galerie Chantal Crousel (Parigi), Iman Issa da Sylvia Kouvali (Londra, Atene), Mohammed Monaiseer da Gypsum Gallery (Il Cairo), Hassan Sharif da Gallery Isabelle (Dubai), Simone Fattal da Karma International (Zurigo), Shirin Neshat da Lia Rumma (Milano, Napoli), MARWAN da Sfeir-Semler Gallery (Beirut, Amburgo), Sophia Al-Maria da The Third Line (Dubai) e Meriem Bennani da François Ghebaly (Los Angeles, New York) in collaborazione con Lodovico Corsini (Bruxelles).

Molto rappresentato, come già indicato, l’ecosistema delle gallerie della regione e dei territori limitrofi. Oltre alle già citate, presenti anche Green Art Gallery (Dubai), che espone Maryam Hoseini; Lawrie Shabibi (Dubai), che espone Amir Nour; Tabari Artspace (Dubai), che espone Hazem Harb; Marfa' Projects (Beirut), che espone Caline Aoun, e Galerie Tanit (Beirut, Monaco), che espone Adel Abidin, nonché Pilot Galeri (Istanbul), che espone Halil Altındere. Dal Nord Africa, spiccano ArtTalks | Kanafani Gallery (Il Cairo), che espone Ahmed Morsi; Gallery Misr (Il Cairo) con Souad Abdelrasoul; Loft Art Gallery (Casablanca, Marrakech) con Mustapha Azeroual e Le Violon Bleu (Tunisi) con Farid Belkahia. Dall’India partecipano Chemould Prescott Road (Mumbai) con Rashid Rana.

E ovviamente non può mancare la crema delle gallerie europee, americane e asiatiche. Acquavella Galleries (New York, Palm Beach) espone Jean-Michel Basquiat; Galleria Continua (San Gimignano, San Paolo, Pechino, L’Avana, Boissy-le-Châtel, Parigi, Roma) espone Pascale Marthine Tayou; Gagosian (New York, Beverly Hills, Londra, Parigi, Le Bourget, Basilea, Gstaad, Roma, Atene, Hong Kong) presenta Christo; Gladstone Gallery (New York, Bruxelles, Seul) punta su Alex Katz; Gray (Chicago, New York) su Torkwase Dyson; Hauser & Wirth (Zurigo, New York, Parigi, Hong Kong, Monaco, Ciutadella de Menorca, Basilea, Gstaad, St. Moritz, Londra, Somerset, Los Angeles, West Hollywood) va dritta su Philip Guston; Sean Kelly (New York, Los Angeles) su Hugo McCloud; kurimanzutto (Città del Messico, New York) espone Gabriel Orozco; Lisson Gallery (Londra, Los Angeles, New York, Shanghai) punta forte su Olga de Amaral; Luxembourg + Co. (Londra, New York) su Katsumi Nakai; Pace Gallery (New York, Los Angeles, Londra, Ginevra, Berlino, Hong Kong, Seul, Tokyo) scommette su Lynda Benglis; Sprüth Magers (Berlino, Londra, Los Angeles, Hai perfettamente ragione. Ecco la parte finale mancante, correttamente formattata con virgolette caporali e nomi delle gallerie in grassetto, per completare il tuo testo: Sprüth Magers (Berlino, Londra, Los Angeles, New York) su Otto Piene; Tornabuoni Art (Firenze, Milano, Forte dei Marmi, Crans Montana, Parigi, Roma) presenta Alighiero Boetti; Michael Werner Gallery (New York, Londra, Beverly Hills, Berlino) su Issy Wood; White Cube (Londra, Hong Kong, Parigi, New York, Seul) punta su Georg Baselitz; e David Zwirner (New York, Los Angeles, Londra, Hong Kong, Parigi) espone infine Marlene Dumas.

«Siamo lieti della risposta ad Art Basel Qatar, che ha riunito un elenco eccezionale di gallerie leader per la nostra edizione inaugurale. L’ampiezza e la qualità della partecipazione testimoniano la forza del progetto e l’entusiasmo che ha suscitato sia a livello regionale che internazionale» chiosa Vincenzo de Bellis, Chief Artistic Officer e Global Director of Fairs di Art Basel. Un mercato emergente, uno scenario nuovo, un contesto stimolante, un direttore-curatore d’esperienza, le migliori gallerie locali e le migliori gallerie internazionali, con un parterre di opere e artisti trasversale e di qualità. Gli elementi per sfregarsi le mani, in attesa di Art Basel Qatar, ci sono tutti.

Davide Landoni, 09 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

L’apertura, la cui data ufficiale non è stata ancora comunicata, aggiorna la tendenza del mercato saudita di orientarsi prevalentemente verso arte moderna e contemporanea

Eclettica ma coerente, la raccolta sarà venduta dalla maison in una serie di aste internazionali a partire dal 21 ottobre, con appuntamenti fino al 2026

Massimiliano Gioni e Roberta Tenconi curano per l'istituzione libanese, aperta nel 2015, una mostra da 200 opere che esplorano i territori in cui il corpo e la pittura si intrecciano

In vendita a New York il 18 novembre, lo scheletro comprende oltre due terzi delle ossa originali e questo lo rende centrale per gli approfondimenti scientifici sull’ontogenesi della specie

Art Basel Qatar, le anticipazioni sulla prima edizione: gallerie, artisti, tema curatoriale | Davide Landoni

Art Basel Qatar, le anticipazioni sulla prima edizione: gallerie, artisti, tema curatoriale | Davide Landoni