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Art Brussels oltre le quattro decadi

Con una nuova sezione espositiva e un nuovo progetto artistico, la longeva fiera belga si prepara ad aprire le porte della sua 41ma edizione

Nel 1968 veniva fondata dall’Associazione delle Gallerie di Bruxelles la Foire d’Art Actuel / Actuele Kunstmarkt con scadenza biennale. Da allora molte cose sono cambiate e la rassegna belga Art Brussels (dal 24 al 27 aprile) da evento locale, in varie sedi minori della nazione, è diventato un appuntamento annuale di livello internazionale. Organizzata all’Expo di Bruxelles, sede iconica fondata dopo l’Esposizione Universale del 1935, la fiera d’arte contemporanea, giunta alla sua 41ma edizione, quest’anno ospita più di 165 gallerie da 35 diversi Paesi. Tra queste spiccano diversi nomi italiani: Galleria d’Arte Maggiore g.a.m., ArtNoble Gallery, Dep Art Gallery, Lupo-Lorenzelli Projects, Monitor, P420, Galleria Poggiali, Erica Ravenna e z2o Sara Zanin. Le sezioni della fiera sono 5.

Discovery comprende realtà che espongono nel loro stand artisti emergenti, non ancora conosciuti nel contesto europeo, le cui pratiche sono elemento di novità per i collezionisti. Invited è un settore eterogeneo con spazi giovani che non hanno mai partecipato ad Art Brussels prima d’ora ma che si distinguono per scelte curatoriali. Queste gallerie, oltre a disporre di totale libertà nel concepire il loro percorso espositivo, sono invitate a partecipare direttamente dall’organizzazione della fiera. Mentre Prime include realtà contemporanee o moderne con artisti affermati e mid career; Solo riunisce gallerie che presentano un approfondimento su un autore vivente. 

A tal proposito, Nele Verhaeren, direttore generale di Art Brussels ha dichiarato: «Celebrare artisti di fama è per noi essenziale quanto sostenere le voci artistiche emergenti. Guidati dall’esperienza di due illustri comitati di selezione internazionali, siamo entusiasti di presentare un’entusiasmante serie di progetti di gallerie leader negli stand Prime e Solo. Allo stesso tempo, le sezioni Discovery e Invited mettono in luce una nuova generazione di artisti che continuano a spingersi oltre i confini ed esplorare nuovi territori». La novità di quest’anno è però la sezione ’68 Forward. Con esplicito riferimento all’anno di fondazione della rassegna, periodo di grande rottura e sperimentazione, questo ramo è dedicato ai diversi movimenti artistici, con la partecipazione di disparati autori, più o meno noti.

Matthew Hansel, «View From The Riverbank», 2024, Galleria Rodolphe Janssen

Art Brussels non significa però solo mercato ma anche progetti artistici: «Behind Layers», sostenuto dalle banche Delen Private Bank e Bank Van Breda, con opere d’arte e disegni che «invitano a prendere fiato e a schiarirsi le idee»; «Monumental Artworks», curato da Carine Fol, in cui vengono allestite installazioni di grandi dimensioni negli spazi all’esterno, di fronte al padiglione 5 e all’interno dell’Expo di Bruxelles; il nuovo format «The Screen», spazio riservato alla videoarte grazie al quale alcuni espositori possono promuovere l’opera video di un loro artista selezionato da un’apposita giuria; «Oyas di Maëlle Dufour», percorso della giovane artista belga che crea opere in cui riflette sulla distruzione delle risorse biologiche e dell’ambiente da parte dell’uomo (per il contesto speciale della fiera Dufour ha prodotto centinaia di oya in ceramica, giare solitamente interrate vicino alle piante come sistema ancestrale di irrigazione del suolo, la cui forma e materiale ricordano le taniche di plastica, sibillino allarme sulla scomparsa dell’acqua); infine Céline Condorelli, rappresentata dalla Galeria Vera Cortês, ha concepito un suo intervento site specific, «Portal A.», che enfatizza l’esperienza di entrata nel padiglione espositivo come se quest’ultimo fosse un palcoscenico teatrale. 

L’«Off Program» in città è sempre interessante e dominato dalla ricca offerta del Bozar, centro d’arte per eccellenza del panorama culturale nazionale. Oltre alla personale di Berlinde De Bruyckere, l’istituzione offre diversi group show: «When We See Us», «Familiar Strangers. The Eastern Europeans from the Polish Perspective» e la mostra del BelgianArtPrize 2025 che vede protagonista la giapponese Suchan Kinoshita. L’Art & History Museum ospita invece «Works of Art & Copies» in cui 17 artisti contemporanei sono messi a confronto con la collezione e l’artigianato antico. Ma anche i dinamici centri Civa, Strombeek, Argos, specializzato sulle arti audiovisive, e lo spazio La Centrale offrono ricchi programmi di iniziative durante i giorni di Art Brussels. Se poi ai musei si preferisce un tour per la città, Bruxelles fa rima con Art Nouveau e Art Déco, e Victor Horta è la figura di riferimento per esplorare le bellezze architettoniche sorte tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. 

Mounir Eddib, «Where There Is Tea, There Is Hope», 2022, Galleria Ron Mandos. Foto: Stefanie Schaut

Monica Trigona, 22 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Art Brussels oltre le quattro decadi | Monica Trigona

Art Brussels oltre le quattro decadi | Monica Trigona