Garry Shaw
Leggi i suoi articoliLe recenti incursioni aeree saudite hanno arrecato ulteriori danni ai siti del patrimonio Unesco yemenita. Tra questi, la grande diga di Marib, dell’VIII secolo, «uno dei siti più importanti dello Yemen e dell’intera Penisola Arabica», come dichiarato dal direttore generale dell’Unesco Irina Bokova. Da immagini scattate dopo il bombardamento si evidenzia il crollo di parte della diga. Potrebbero essere state danneggiate anche le antiche iscrizioni sabee del sito. Secondo l’Unesco, il castello di Al-Qahira del X secolo, a Taiz, la terza città più grande del Paese, è distrutto per il 30%.
La parte meridionale della città è stata conquistata dai ribelli a marzo. Distrutto anche il Museo di Dhamar, che ospitava 12.500 manufatti.
Altri siti bombardati comprendono le antiche città di Sana’a (colpita l’11 maggio) e Zabid, entrambe patrimonio dell’Unesco. In una dichiarazione, l’International Committee of the Blue Shield ha chiesto a tutte le parti coinvolte nel conflitto di «non usare i beni culturali a scopo militare e di non prendere di mira obiettivi culturali». Yemen e Arabia Saudita hanno ratificato la Convenzione dell’Aia del 1954.
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