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Alcune delle pietre di Carnac, originariamente riportate alla luce nell’Ottocento

Foto Bettina Schulz Paulsson

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Alcune delle pietre di Carnac, originariamente riportate alla luce nell’Ottocento

Foto Bettina Schulz Paulsson

Francia: i siti megalitici di Carnac potrebbero essere tra i più antichi d’Europa

Le Plasker, parte dell’antico complesso in Bretagna la cui età è stata a lungo oggetto di dibattito, risalirebbe al periodo compreso tra il 4600 e il 4300 a.C. Da pochi giorni i megaliti di Carnac sono iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco

Non lontano dal complesso megalitico di Carnac, iscritto lo scorso sabato, 12 luglio, nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, nella zona di Le Plasker a Plouharnel sulla baia di Morbihan, gli scavi hanno portato alla luce fondamenta di menhir risalenti a oltre 6.300 anni fa rivelando così l’origine antichissima del sito, forse il più antico del suo genere in Europa.

È la prima volta che vengono assegnate date così precise a una parte del complesso, dove migliaia di enormi pietre sono disposte in allineamenti paralleli. Carnac fu originariamente scavato nel XIX secolo, ma i primi ricercatori trovarono difficile assegnare date precise ai monumenti e lasciarono poco da scoprire agli archeologi futuri. La rarità di materiale organico come il carbone, utilizzato per la datazione al radiocarbonio, chiaramente associato alle pietre, ha ulteriormente ostacolato gli sforzi per stabilire una cronologia, portando gli esperti a sviluppare una vasta gamma di teorie su quando le pietre siano state erette.

«Prima non conoscevamo davvero [la datazione delle pietre di Carnac]», afferma l’archeologa Bettina Schulz Paulsson dell’Università di Göteborg in Svezia, una delle autrici dello studio pubblicato sulla rivista «Antiquity» (giugno 2025). «Sono state avanzate teorie di ogni tipo, persino che potesse trattarsi di un’opera gallica, romana o mesolitica, o che potesse essere tutte queste cose insieme». Anche l’Età del Ferro è stata presa in considerazione come opzione, aggiunge.

Ora, grazie a 49 datazioni al radiocarbonio effettuate a Le Plasker, combinate con analisi statistiche e moderne tecniche di scavo, il team ha rivelato che il paesaggio megalitico nella sezione di Le Plasker, almeno, è stato costruito tra il 4600 e il 4300 a.C. Ciò colloca i suoi allineamenti di pietre tra i primi monumenti megalitici in Europa, di oltre mille anni più antichi di quelli di Stonehenge.

Nel sito sono state scoperte fosse di fondazione per diverse grandi pietre erette. Sebbene le pietre stesse siano scomparse da tempo, probabilmente erano alte più di 3 metri ed erano disposte in tre allineamenti. Vicino alle pietre, e talvolta allineate con esse, gli archeologi hanno anche rinvenuto focolari della stessa epoca, che potrebbero essere stati utilizzati per l’illuminazione o per banchetti, suggerisce Schulz Paulsson. Hanno anche portato alla luce una tomba monumentale del 4700 a.C. e una capanna di cacciatori-raccoglitori del Mesolitico.

Gli esperti discutono ancora oggi sulla funzione delle pietre di Carnac. Le interpretazioni spaziano da calendari, centri astronomici e luoghi di pellegrinaggio, a cimiteri, pietre commemorative o strade cerimoniali, spiega Schulz Paulsson. L’erezione di queste pietre richiedeva un grande impegno in termini di manodopera e la mobilitazione di gruppi di persone. Per spiegare lo scopo delle pietre, è importante considerare il loro valore simbolico, afferma. Alla domanda su come ci si senta dopo aver fatto questa scoperta, Schulz Paulsson risponde: «Non avrei mai immaginato, nemmeno nei miei sogni più sfrenati, di ottenere nuove informazioni su uno dei più grandi enigmi della preistoria».

 

 

Audrey Blanchard e Jean Noel Guyodo dell’Università di Nantes durante gli scavi a Le Plasker. Foto Bettina Schulz Paulsson

Garry Shaw, 14 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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