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Madonna lignea con Bambino del XII secolo della Chiesa di San Giovanni Battista di Castelli nel Teramano, ora al Munda

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Madonna lignea con Bambino del XII secolo della Chiesa di San Giovanni Battista di Castelli nel Teramano, ora al Munda

Caro presidente Mattarella, fai che Madonna di Castelli torni nel borgo abruzzese

Sembra che nessuno si opponga al trasferimento, ma la preziosa Madonna lignea dell’XI secolo continua a rimanere al Munda anziché tornare nella chiesa da cui è stata prelevata dopo il terremoto del 2009

Stefano Miliani

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All’Aquila il Museo Nazionale d’Abruzzo espone, nella sede temporanea dell’ex Mattatoio, una stupenda Madonna lignea con Bambino del XII secolo: priva del trono, Maria indossa la corona di regina e un abito che conserva gran parte del fondo rosso e della decorazione; sia lei sia il piccolo Gesù con mano benedicente hanno le guance venate di rosa. L’ultima sede di questa dolce e a un tempo austera scultura in legno di noce di un maestro abruzzese di sicuro valore era la Chiesa di San Giovanni Battista di Castelli nel Teramano: ora una lettera aperta inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne reclama il ritorno.

Nessuno si oppone alla restituzione, ma…

Promotore dell’appello al capo dello Stato è lo studioso di ceramica Diego Troiano che frequenta assiduamente il paese con una tradizione di maioliche d’alta qualità che risale al Cinquecento. Oltre 550 le firme raccolte e non solo a Castelli. Nel vasto catalogo delle richieste di restituzione la vicenda ha una peculiarità: nessuno si oppone.

«Castellani orfani di questo sostegno spirituale»

In seguito ai danni del terremoto del 2009, l’allora soprintendente abruzzese Lucia Arbace prelevò la scultura dalla chiesa (datata 1601), nel 2016 ne diresse il restauro nell’ambito del progetto pluriennale «Restituzioni» di Banca Intesa e da allora l’opera è esposta, bene, al Munda. Nel 2020 il sindaco di allora e di oggi Rinaldo Seca ne richiedeva il ritorno. Nella lettera Troiano scrive di «incresciosa situazione» che si trascina da anni e, parlando a nome di cittadini e «devoti fedeli», sottolinea il ruolo spirituale della scultura: «Per noi è “carne viva” con un’anima pulsante e che oggi manifesta tristezza nel luogo ove è attualmente costretta, un palcoscenico sicuramente illustre, dorato e importante, ma lontano dai suoi monti e dalla sua gente: lontana dal territorio per cui è stata concepita, accompagnando spiritualmente per secoli la popolazione. Ora i castellani sono rimasti orfani di questo importante sostegno mistico e spirituale a cui hanno ricorso così tante generazioni». Il ricercatore abruzzese è amareggiato: «nonostante i ripetuti proclami delle autorità competenti, […], nonostante il completo ripristino della chiesa, inspiegabilmente del ritorno, a breve, della Madonna, di fatto non vi è alcun riscontro».

Un ritorno contro lo spopolamento

Nella scultura Troiano e i firmatari vedono anche prospettive di rinascita culturale e un argine allo spopolamento del borgo ai piedi del Monte Camicia: «Il ritorno potrebbe lenire gli effetti di una tremenda diaspora di beni artistici e storici, di fede e di persone che purtroppo ha preso il sopravvento. Lo scopo potrebbe essere anche quello di allargare gli orizzonti di una rinascita e credere e sperare di poter rivedere in opera le molte e antiche officine ceramiche; ripopolare e rispolverare quell’antico orgoglio che ha reso grande questo piccolo paese». I firmatari chiedono a Mattarella di sbloccare l’impasse.

La Madonna Castelli con donna che prega. Foto: eredi Arrigo Rosa di Castelli

Zalabra del Munda: «La scultura è a disposizione»

Federica Zalabra, direttrice del Munda, a «Il Giornale dell’Arte» commenta: «Il museo ha già comunicato da più di due anni alla Diocesi e alla Soprintendenza che la Madonna è a loro disposizione qualora la volessero riportare a Castelli. Credo che la sua presenza al Munda permetta al borgo di essere maggiormente conosciuto, ma quando la comunità non comprende l’effetto propulsore del museo, allora è giusto che la riporti dove vuole». Purché in condizioni di tutela e di visibilità adeguate. «A questo pensa la Soprintendenza. All’interno del museo io e Lucia Arbace che mi ha preceduto abbiamo tenuto la scultura in perfette condizioni termoigrometriche, di sicurezza, senza alcun problema di fruizione, e in queste condizioni deve essere tenuta».

Cortes della Diocesi: «È l’aspetto economico a rallentare»

«I nostri sforzi sono sempre mirati a far rientrare le opere nelle chiese di appartenenza. La Madonna è pronta per tornare a Castelli, grazie alla volontà di tutte le istituzioni presenti», scrive via mail Marcelo Cortes, direttore dell’ufficio dei Beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Teramo - Atri. In passato il parroco aveva proposto una teca da oltre 50mila euro affidata a un progettista con un finanziatore, sennonché l’ente ecclesiastico per più ragioni giudicò la proposta priva dei requisiti per essere accolta. «Diversi sono stati i preventivi presi in esame per la teca protettiva, puntualizza Cortes. Purtroppo è sempre l’aspetto economico a rallentare la realizzazione di eventi così importanti per il territorio duramente colpito dagli eventi sismici, da atti di vandalismo, di incuria».

La Soprintendenza: sì alla riconsegna purché in piena sicurezza

L’ultima parola spetta alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio delle province de L’Aquila e Teramo. D’accordo con la soprintendente Cristina Collettini, risponde lo storico dell’arte che se ne occupa, Antonio David Fiore: «Nelle interlocuzioni intercorse tra gli enti responsabili a partire dal 2021, scrive via mail, la Soprintendenza ha costantemente espresso parere favorevole alla restituzione, ponendo quale condizione fondamentale che venissero assicurate tutte le misure necessarie alla conservazione e alla sicurezza della preziosa opera d’arte». Nell’ultima nota inviata il 25 settembre 2023 alla Diocesi, al Comune, al Munda, la Soprintendenza ha richiesto garanzie anche per «il prelievo, il trasporto e, previa definizione del luogo di esposizione migliore nella chiesa, l’allestimento». D’intesa con la direzione del museo, chiarisce il funzionario, la Soprintendenza ha indicato che la Madonna vada in una teca: sia perché sia ben conservata, sia per salvaguardarla «dal potenziale pericolo dovuto a disattenzione o a tentativi dolosi di furto e/o danneggiamento non rari in casi analoghi».

Una richiesta formale è arrivata?

Rimane un passaggio preliminare: la Soprintendenza ha mai ricevuto una richiesta formale dalla Diocesi? «Sebbene a oggi questo ufficio non abbia ricevuto una formale richiesta di autorizzazione alla movimentazione e al nuovo allestimento con un progetto che risponda alle condizioni formulate, risponde Fiore, gli incontri e i colloqui che costantemente si svolgono tra i diversi enti coinvolti vedono ribadito l’impegno condiviso del ritorno della statua nella chiesa a Castelli».

Una fotografia d’epoca che ritrae la Madonna Castelli. Fonte: Diego Troiano

Stefano Miliani, 21 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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