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Un momento di «Ora-The limits of the planet» del duo Imaginarium

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Un momento di «Ora-The limits of the planet» del duo Imaginarium

Suoni spaziali e rimandi a Bosch e Gaudí: a Chicago un videoviaggio nella disarmonia planetaria

Il duo toscano Imaginarium Studio (Francesca Pasquinucci e Davide Giannoni) partecipa al festival di Chicago «Art on the Mart» con una visionaria performance multimediale che invita a riflettere sui llimiti ecologici ed esistenziali del pianeta

Stefano Miliani

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Con riferimenti visivi che spaziano da Hieronymus Bosch e Gaudí alla grafica e alle illustrazioni dei newyorkesi Push Pin Studios, con frequenze riprese dalle onde gravitazionali e dal magnetismo terrestre, fedeli alla pratica del disegno su carta, l’italiano Imaginarium Studio interviene dal 10 luglio al 7 settembre al festival di arte multimediale di Chicago «Art on the Mart» con videomapping proiettati sulla facciata dell’enorme centro commerciale.

Diretto dalla illustratrice Francesca Pasquinucci e dallo studioso di tecnologie per l’animazione e compositore Davide Giannoni, lo studio con sede a Lucca lavora per la musica classica, pop e la lirica. Al pubblico statunitense propone «Ora-The limits of the planet»: la performance vuole essere «un viaggio nella disarmonia planetaria» per evocare, in forma poetica, urgenze come il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità, l’inquinamento, l’acidificazione degli oceani, per denunciare che «la Terra è al collasso», come riporta la nota stampa.

Con musiche originali, i toscani Pasquinucci e Giannoni come ricavano suoni e rumori dallo spazio e dalla Terra? «I “suoni” e le frequenze ci sono stati forniti da Esa, European Space Agency, da Asi, Agenzia spaziale italiana, da Ego, European Gravitational Observatory e da Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia», risponde il duo via Whatsapp da Chicago a «Il Giornale dell’Arte». Come li hanno tradotti nella performance? «Sono suoni antropomorfi che provengono dalla stazione spaziale, oppure le frequenze dell’onda gravitazionale, o frequenze derivanti dai magnetismi terrestri, dicono. Alcuni sono stati mantenuti senza modifiche, mentre altri sono stati rielaborati in modo da essere integrati al meglio con la musica o, in alcuni casi come per le onde gravitazionali, sono campionati e utilizzati come veri e propri strumenti».

Nel caleidoscopio di immagini proiettate a quali riferimenti dell’arte attingono? «Le immagini sono tutte realizzate da noi con disegno tradizionale su carta, e una piccolissima parte con disegno 3D, seguendo il nostro stile illustrativo legato al mondo dell’arte surreale, affermano Pasquinucci e Giannoni. È l’universo che ci ispira da sempre: sono per noi importantissimi noi i riferimenti all’arte del Push Pin Studio, ad esempio, alle architetture oniriche di Gaudí, alle folli immersioni nel concetto di “Natura” di Hieronymus Bosch, insieme alla visione e alla teatralità barocca che riproponiamo nel processo di animazione».

La performance «Ora» è realizzata nel quadro di una collaborazione tra l’Istituto italiano di cultura di Chicago e il festival «Art on the Mart».

 

 

Stefano Miliani, 09 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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