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Maria Letizia Paiato
Leggi i suoi articoliVincono ex aequo il 76mo Premio Michetti, Caterina De Nicola e Michela De Mattei & Invernomuto (Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi). Menzione speciale a Sergio Limonta e Angelo Mosca. «Caterina De Nicola si distingue per il suo lavoro molto personale, con una molteplicità di media, mostrando una grande capacità di relazionarsi con alcuni dei temi più rilevanti e controversi della contemporaneità e di interpretare la relazione con lo spazio espositivo. La collaborazione tra Michela De Mattei e Invernomuto ci offre una potente sintesi concettuale ed estetica di diversi linguaggi arrivando a una riflessione sullo statuto dello spettatore che ha implicazioni profonde e disturbanti. Le due menzioni speciali a Sergio Limonta e Angelo Mosca vogliono dare un riconoscimento a due artisti che hanno compiuto un lungo percorso coerente e originale che si è saputo relazionare in un modo emozionante con il contesto dello spazio espositivo».
Queste le motivazioni date dalla giuria presieduta da Giuliana Setari Carusi, collezionista e presidente di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e della Dena Foundation For Contemporary Art, Pier Luigi Sacco (presidente della Fondazione Premio Michetti), Maurizio Morra Greco (presidente della Fondazione Morra Greco, Napoli), Fabiola Naldi (docente, critica d’arte e curatrice indipendente), Lorenzo Benedetti (curatore della Fondazione Antonio Ratti, Como) e Valentino Catricalà (curatore e critico d’arte), in occasione della premiazione, sabato 26 luglio.
Tra i più longevi e prestigiosi nel campo delle arti visive, il Premio Michetti intende consolidare il ruolo di osservatorio permanente sulla ricerca artistica contemporanea. Forte di questo pensiero, la Fondazione per la prima volta si apre verso il borgo di Francavilla al Mare (Ch) con una mostra diffusa «Group Shows Kill the Group» (fino al 15 settembre) a cura di Massimiliano Scuderi, motivata a costruire relazioni e dare nuovi significati ai luoghi del quotidiano. 25 artisti dalla generazione Millennial (Gianluca Belloni, Marzia Cerio & Marwann Frikach, Clusterduck, Giulia Crispiani, Michela De Mattei & Invernomuto, Giuseppe De Mattia, Caterina De Nicola, Alessandro Di Pietro, Stefano Faoro, Gabriele Garavaglia, Francesco João, Sergio Limonta, Eleonora Luccarini, Nicola Martini, Maurizio Mercuri, Angelo Mosca, Marco Pio Mucci, Raffaela Naldi Rossano, Rm, Sagg Napoli, Lorenzo Scotto di Luzio, Miranda Secondari, Davide Stucchi, Constantin Thun, Massimo Vaschetto) per una mostra ispirata da un’opera dell’artista concettuale Les Levine che negli anni ’90 denunciava i limiti imposti dalla struttura delle mostre collettive. Quale migliore occasione, se non un premio storicizzato, per riflettere sul senso dell’opera contemporanea? La mostra, molto equilibrata sotto il profilo dell’allestimento lasciando spazio alla giusta riflessione fra un’opera e l’altra, con inediti «passege» alla Benjamin che creano letteralmente nuove costellazioni di rappresentazione, sollecita interrogativi sullo «statuto ontologico tra esseri viventi, oggetti e concetti, suggerendo letture non antropocentriche della realtà», come spiega il curatore.