«Turquoise Still Life», 2024

Cortesia dell’artista e della Galleria Fumagalli Milano. Foto: Daniel Francioni

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«Turquoise Still Life», 2024

Cortesia dell’artista e della Galleria Fumagalli Milano. Foto: Daniel Francioni

Chiara Lecca entra negli Appartamenti Segreti di Doria Pamphilj

Le sculture dell’artista romagnola interagiscono con gli ambienti riaperti nel 2021 del palazzo romano tracciando un percorso espositivo simile a un viaggio iniziatico

A Palazzo Doria Pamphilj (Roma), prima di accedere al museo privato della storica collezione d’arte della Galleria Dora Pamphilj, si può incontrare una piccola, inaspettata meraviglia, un museo nel museo, gli Appartamenti Segreti. Sono una successione di ambienti, aperti nel 2021, che conservano l’arredamento antico, contenenti parte della collezione del ramo genovese della famiglia. Un affondo in un passato incantato. 

Qui, l’artista romagnola Chiara Lecca (è nata a Modigliana nel 1977) ha dispiegato un percorso di sue sculture, in dialogo misterioso con gli altri oggetti, gli ambienti e con la dimensione del tempo sospeso. La mostra, intitolata «Dall’uovo alla dea nelle Stanze Segrete Doria Pamphilj», curata da Francesca Romana de Paolis, e sostenuta dalla Galleria Fumagalli di Milano, consta di singoli lavori o installazioni tematiche d’assieme, che alludono ai mirabilia delle Wunderkammer. I cicli in mostra datano dal 2012 al 2024, e sono tutti caratterizzati da una fondamentale, ricercata ambiguità formale e materiale. Hanno l’assetto di soprammobili o di figure degli scacchi, alcuni possono ricordare gli oggetti amati da Giorgio Morandi, tutti recano con sé un’aura di enigmaticità, quasi di astratti simboli. Il materiale, in apparenza prezioso, è costituito da vescica animale, resine, legno, vetro

Gli ultimi cicli, «Turquoise Fake Marble» e «Turquoise Still Life» del 2024, sono costituiti, secondo una sfolgorante apparenza, da eleganti composizioni floreali in ricchi vasi; tuttavia a leggere l’elenco dei materiali c’è molto, ma nulla di vegetale: vetro, vescica di bovino e suino, colorante, tassidermia, Pvc, sterco, colorante ecc. Il ciclo «Masks» (2016) riunisce invece campane di vetro che custodiscono lembi di pelle di cinghiale. 

L’allestimento di questi «oggetti» segue, per vaghe assonanze tematiche, il contenuto delle stanze dell’Appartamento Segreto. Si parte così dal Salotto del Fuoco, che conserva alle pareti i dipinti a soggetto amoroso di Ludovico Carracci, Massimo Stanzione e Pietro Testa, si prosegue nella Sala da pranzo, dove campeggia il tardocinquecentesco «Venditore di meloni» di Lionello Spada, per accedere poi alla Sala dell’Aria, con decorazione a tema astrologico, proseguire nella alla Sala della Terra, e terminare nella Sala dell’Acqua, detta anche Ninfeo di Diana, la dea della purezza verginale, citata anche nel titolo della mostra. Si conclude così un tragitto espositivo concepito con l’intento di farlo assomigliare a un viaggio iniziatico.

Chiara Lecca, «Blackbigbubble #2, #3, #5», 2021. Cortesia dell’artista e della Galleria Fumagalli Milano

Guglielmo Gigliotti, 17 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Chiara Lecca entra negli Appartamenti Segreti di Doria Pamphilj | Guglielmo Gigliotti

Chiara Lecca entra negli Appartamenti Segreti di Doria Pamphilj | Guglielmo Gigliotti