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Uno scatto della The Now and Contemporary Art Sale che Sotheby’s ha tenuto a New York il 15 maggio

Courtesy of Sotheby’s

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Uno scatto della The Now and Contemporary Art Sale che Sotheby’s ha tenuto a New York il 15 maggio

Courtesy of Sotheby’s

Christie’s, Sotheby’s: istantanee di un momento difficile

Ripercorrendo le ultime settimane di aste, abbiamo ritagliato due episodi che raccontano della difficile cornice economica che le major stanno sperimentando

Davide Landoni

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New York. La sera del 12 maggio scorso, mentre il riaccendersi delle luci in sala segnava la fine della 20th Century Evening Sale di Christie's e il Rockfeller Center, appena oltre i vetri, brulicava noncurante dei milioni di dollari appena mobilitati, Alex Rotter ha distribuito una dose di realismo a chi gli chiedeva un commento sulla vendita. «Questo è il mercato dell’arte nel mondo reale», ha dichiarato, non senza una punta di amarezza. Il nuovo presidente globale della maison, nominato appena una decina di giorni prima, sceglie di non rifugiarsi dietro gli oltre 600 milioni di dollari raccolti nella settimana d'aste newyorkese, la più importante della prima metà dell'anno, e conferma ciò che era già evidente a chi era in sala: sono state poche, pochissime le offerte pervenute sul momento. 

«Abbiamo dovuto gestire il nostro portafoglio di rischi», ha proseguito Rotter, chiarendo che la maggior parte dei lotti di prima fascia erano coperti da garanzie, ovvero offerte vicino alla stima minima pervenute prima che l'incanto avesse inizio. E quelli che non erano protetti, come Electric Chair di Warhol, sono stati ritirati. Mosse prudenti, quasi contro indicative del principio stesso dell'asta, che vede nella competizione la sua essenza. Eppure, l'alternativa è chiara: assumersi il rischio elevato di non trovare un compratore. Tanto che la sera successiva, sempre nella Grande Mela, Oliver Barker, banditore dell'asta di arte moderna di Sotheby's, non avrà la soddisfazione di aggiudicare il pezzo forte della sessione, il più forte in assoluto di questi primi mesi del 2025: «Grande tête mince (Grande tête de Diego)» di Alberto Giacometti. 

La stima di 70 milioni era in partenza troppo alta, ma il venditore, la Fondazione Soloviev, ha insistito sulla linea, fallendo nella vendita. I risultati finali reciteranno: 186,4 milioni di dollari (contro la stima iniziale di 240,3-318,7 milioni di dollari e il risultato dell'anno scorso, nel medesimo appuntamento, di 235 milioni di dollari), cinque lotti ritirati, dieci invenduti sui sessanta proposti. Per questo, a fine asta, Barker richiama sull'ambone «La Jeune fille au bouquet» (1921) di Fernand Léger, inizialmente dichiarata invenduta, e poi aggiudicata a 3 milioni (la stima minima era 5 milioni). Due istantanee delle major del sistema, nella settimana più importante del primo semestre che fotografano un mercato dell'arte che al momento non riesce ad esprimere aggiudicazioni di prima fascia, quelli che trainano l'intero sistema. Nel 2024 sono il 44,2% in meno le opere vendute oltre i 10 milioni, solo tre quelle oltre i 50. Nel 2023 furono il doppio e quasi il triplo nel 2022. Nel 2025 siamo a zero. Solo Mondrian, proprio il 12 maggio da Christie's, ha sfiorato la soglia con «Composizione con grande piano rosso, grigio bluastro, giallo, nero e blu» (47,5 milioni di dollari). Ad oggi, è il top lot dell'anno.

Poco importa dunque, almeno per i fatturati, che il volume complessivo delle vendite in asta sia cresciuto del 6%, trainato dalla fascia inferiore del mercato (+8% nel segmento più ampio delle vendite inferiori a 50 mila dollari), se nel frattempo quelle superiori a 1 milione di dollari sono diminuite di un terzo e quelle sopra ai 10 milioni di quasi la metà rispetto all'anno scorso. Se in sala d'asta le palette non ricominciano ad alzarsi, gli incanti tenderanno ad assomigliare, passando all'ossimoro, a delle private sales pubbliche (tanto che già nel 2024 sono cresciute del 14% rispetto al 2023). Almeno per quanto riguarda i top lot. Per il resto, lo scenario ci racconta che domanda e offerta si stanno ritrovando in un punto al ribasso, dove sempre più opere vengono aggiudicate a prezzi contenuti. Un salvagente a cui non conviene affidarsi a lungo per non andare incontro a un pericoloso ridimensionamento.

Davide Landoni, 20 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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