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Enej Gala, «Segnali Ovvi», 2025, Prati Burovich

Photo: Andrea Pavan

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Enej Gala, «Segnali Ovvi», 2025, Prati Burovich

Photo: Andrea Pavan

Cinque artisti riscoprono due dei Borghi più Belli d’Italia: Sesto al Reghena e Cordovado

Ha preso avvio il primo episodio di una rassegna che intende diventare un appuntamento fisso con l’arte contemporanea

Camilla Bertoni

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Cinque artisti per riscoprire due dei borghi più belli d’Italia e il loro prezioso contesto paesistico: Nicola Facchini, Enej Gala, Andrea Noviello, Barbara Prenka e Cosimo Vella hanno disseminato le loro installazioni nei luoghi simbolo di Sesto al Reghena e del confinante Cordovado, in provincia di Pordenone. «Tèste|Testé», nel senso di testimoni, è il primo episodio di una rassegna che intende diventare un appuntamento fisso con l’arte contemporanea, promossa e curata dall’associazione culturale Palazzo Monti, con sede a Brescia, promotrice di un progetto di residenze che ospita ogni anno una trentina di giovani artisti nazionali e internazionali. 

Il percorso, visibile fino alla fine di settembre, si snoda dall’Abbazia di Santa Maria in Silvis lungo gli Itinerari de Le Vie dell’Abbazia, ciclabili e pedonali, e si rivolge tanto a un turismo lento, quanto ai residenti, con attività di coinvolgimento. Facchini (Trieste, 1990) ha lavorato sui Prati della Madonna con un oggetto che rappresenta un elemento della sua infanzia, la stufa: ma «Stùfis di essi stùis» (Stufe di essere stufe), «non scalda, non serve, non consola, spiega l’artista, è un’opera che oscilla tra l’assurdo e il malinconico, tra il comico involontario e la rassegnazione quotidiana». Enej Gala (Slovenia, 1990) con le segnaletiche da sentiero compone nei Prati Burovich «Segnali ovvi», una riflessione sui crocevia delle decisioni. Barbara Prenka (Kosovo, 1990) ha costruito l’opera «Covato» sull’idea del nido nella Chiesetta di San Pietro a Versiola. «La fragilità del nido, spiega l’autrice, è solo apparente: è un oggetto carico di tensione, come il corpo che si espone, come la parola che prende posizione. Richiama quella chiesa contadina che Pasolini evocava con rispetto e conflitto: non spazio del potere, ma luogo di riti antichi, comunità, verità arcaiche. Il nido è una chiesa senza altare, costruita di paglia e ascolto, aperta a un sacro non istituzionale». Per Ramuscello Vecchia, Noviello (Roma, 1996) ha realizzato «Monumento» che prende forma da una ricerca sull’esodo friulano tra fine ’800 e metà ’900. Infine, ai Mulini di Stalis c’è «Se non cambierà bloccheremo la città», opera composta da una serie di formelle in gesso e sabbia realizzate da Cosimo Vella (Milano, 1994) con la tecnica del sand casting presa a prestito da Costantino Nivola. 

«I luoghi scelti non sono casuali, ha spiegato Elisa Coassin, assessore alla Cultura di Sesto. I Prati Burovich sono tutelati come prati stabili, veri e propri spazi museali a cielo aperto; la Chiesetta di San Pietro a Versiola ospita un omaggio a Pier Paolo Pasolini a cinquant’anni dalla sua morte, in collaborazione con la Filarmonica di Bagnarola e il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa; i Prati della Madonna, tra Sesto e Cordovado, sono entrambi inseriti nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia; un’area agricola in zona Ramuscello ospita un intervento realizzato in collaborazione con la Cantina Produttori di Ramuscello e San Vito interessata a promuovere il concetto di viticoltura sostenibile in armonia con il paesaggio. Una specifica installazione, infine, porta l’attenzione all’acqua, elemento identitario del nostro territorio».

Nicola Facchini, «Stùfis di essi stùis», 2025, Prati della Madonna. Photo: Andrea Pavan

Cosimo Vella, «Se non cambierà bloccheremo la città», 2025, Mulini di Stalis. Photo: Andrea Pavan

Barbara Prenka, «Covato», 2025, Chiesetta di San Pietro. Photo: Andrea Pavan

Camilla Bertoni, 19 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

Cinque artisti riscoprono due dei Borghi più Belli d’Italia: Sesto al Reghena e Cordovado | Camilla Bertoni

Cinque artisti riscoprono due dei Borghi più Belli d’Italia: Sesto al Reghena e Cordovado | Camilla Bertoni