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Francesca Petretto
Leggi i suoi articoliAncora una volta la Ministra della Cultura tedesca, Claudia Roth, alza la voce in difesa della democrazia, messa in pericolo, oggi come in passato, dalla cultura della violenza e della guerra, dai nuovi autocrati e dai loro sodali camuffati da democratici seduti negli scranni dei parlamenti di tutti i Paesi europei.
In un comunicato diffuso dall’Agenzia di Stampa Tedesca (dpa), la titolare del nuovo dicastero della Cultura a Berlino ha lanciato un accorato appello a tutte le istituzioni culturali e artistiche della Germania affinché dedichino da subito più spazio all’arte e alla cultura made in Ucraina, ma non solo: «Vi prego di mostrare e ospitare nei vostri spazi sempre più arte e cultura ucraine (...) e anche russe, e bielorusse; perché anche in Russia in queste ore molte persone stanno coraggiosamente condannando l’attacco militare mosso dal regime di Putin. Questa gente che ora può solo assistere inerme all’invasione di un altro Paese da parte del proprio non può rimanere inascoltata».
Per chi capziosamente l’accusava di non essere capace d’altro che di «sterile politica della memoria», la pronta risposta di Roth alla crisi ucraina è molto più che un fulmine a ciel sereno: è una chiara, energica presa di posizione contro chi è nemico della cultura e della democrazia e si propone un obiettivo altissimo, rivolgendosi ai suoi colleghi europei, quello dell’unificazione culturale democratica dell’Europa, la realizzazione di un sogno dei suoi padri fondatori mai divenuto realtà.
«Solo ascoltando la musica e le narrazioni, solo osservando l’arte di queste giovani nazioni possiamo capirne il sogno di libertà che tutti ci accomuna, perché tutti noi vogliamo un futuro comune di coesistenza pacifica e autodeterminazione democratica. Dobbiamo restare uniti per un’Europa in cui i nazionalismi e le bombe non trovino più spazio. Diamo un segno in nome dell’Europa perché finalmente abbiamo una cultura comune della democrazia europea mai più vittima di criminali».
Guerra Russia-Ucraina 2022

Claudia Roth © Deutscher Bundestag / Henning Schacht
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