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Come Together: inaugurata la XV edizione di Cortona On The Move

Nelle pieno delle quattro giornate inaugurali, tra talk, workshop, mostre e nuove aperture, il festival attiva luoghi inediti, celebra restauri come quello della Fortezza del Girifalco e presenta progetti internazionali che integrano fotografia, territorio e impegno sociale

Jenny Dogliani

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Arroccata tra possenti mura a oltre 500 metri d’altitudine, fondata dagli Etruschi e fiorita nel Medioevo, Cortona domina la Valdichiana fondendosi con un paesaggio dove la dimensione antropica e quella naturale convivono in perfetto equilibrio. Chiusa e aperta al mondo al tempo stesso, la città è una testimonianza vivente di antiche storie di divisioni e riconciliazioni, eco tangibile del tema della 15ma edizione di Cortona On The Move: «Come Together», che parla di rotture e riparazioni.
Quindici anni possono sembrare pochi al cospetto di una storia millenaria. Ma non lo sono per un festival di fotografia nato in un luogo distante dai grandi centri della produzione visiva contemporanea. Un festival che ha saputo trasformare una città già ricca di storia e turismo in un laboratorio attivo di produzione culturale, dove i nuovi linguaggi e le urgenze della contemporaneità si radicano nel territorio mentre si aprono al mondo. 
È la sensazione percepita anche ieri sera dagli organizzatori in un gremito Teatro Signorelli durante la cerimonia di apertura delle quattro giornate inaugurali del festival (17–20 luglio), che resterà visibile fino al 2 novembre. «Abbiamo sentito grande entusiasmo da parte del pubblico e ricevuto importanti conferme da tutti i nostri partner. Ed è solo l’inizio di queste quattro giornate, che vogliono aprirsi sempre di più non solo ai professionisti, ma a tutti i pubblici possibili, perché la fotografia deve essere un linguaggio comprensibile e accessibile a tutti. La rappresentazione della realtà attraverso la fotografia è per noi il motivo principale della realizzazione stessa del Festival», commenta la direttrice Veronica Nicolardi.

Una visione che si riflette nella composizione del pubblico, attento e partecipe, arrivato da tutta Italia e dall’estero: «Accogliamo la comunità locale con accesso gratuito per l’intero periodo, perché per noi costruire un festival significa costruire comunità. Ma accogliamo anche un pubblico nazionale e internazionale, che non si limita ai giorni dell’inaugurazione: molti visitatori tornano ogni anno, altri arrivano per la prima volta e scoprono Cortona proprio grazie al festival».
In questo scambio continuo tra locale e globale si radica uno dei tratti distintivi di Cortona On The Move, che negli anni ha saputo costruire una rete solida di alleanze internazionali senza perdere il legame con il territorio. Mostre, talk, workshop e produzioni originali offrono una mappa stratificata delle urgenze del presente: la guerra, le migrazioni, la memoria, la crisi climatica, le trasformazioni familiari, le tracce coloniali, le riconciliazioni possibili. 
Le mostre seguono una visione d’insieme: alcune apparentemente più leggere, come quella di Ray Banhof, altre più intense, ma sempre coerenti con il tema centrale. «Accogliamo con grande orgoglio la mostra di Alfredo Jaar, tra i più grandi fotografi contemporanei. Un’altra mostra importante è quella di Christopher Anderson e Marion Durand alla Stazione C di Camucia, un racconto familiare di riconciliazione. E poi i contenuti portati dalle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo con la “Cronache d’acqua”; il progetto “Atlas of the New World” di Edoardo Delille e Giulia Piermartiri; la mostra sui 15 anni del Festival lungo la Via Crucis e nel Giardino della Fortezza. Senza dimenticare il focus dedicato al colonialismo: parlare di riconciliazione significa anche confrontarsi con il passato, riconoscere ciò che ci appartiene e che non dobbiamo dimenticare, come anche l’attenzione sul confine USA–Messico portata a Cortona da Medici Senza Frontiere, quella sull’Ucraina con Vic Bakin, sull’Iran con Parisa Azadi, su Gaza con il lavoro di Federico Vespignani: un mosaico di storie che attraversano il nostro tempo».

Il programma delle quattro giornate alterna momenti di confronto pubblico, restituzioni progettuali e incontri con gli autori tra spazi storici, paesaggi e nuovi luoghi attivati per l’occasione. Ogni anno vengono utilizzati luoghi iconici come la Fortezza del Girifalco e Palazzo Baldelli, ma anche spazi riattivati o aperti per la prima volta, come i Giardini del Parterre, il cortile di Palazzo Casali, la Stazione C di Camucia e, quest’anno, il Parco Archeologico dell’Accademia Etrusca. «Le mostre non sono pensate solo come esposizioni: instaurano un dialogo con i luoghi che le ospitano. Gli spazi non sono una cornice neutra, ma parte attiva del racconto. Un esempio perfetto è il progetto Valdichiana On The Move commissionato a Laura Pannack: un racconto visivo del territorio, che si sviluppa nel Parco Archeologico e lungo i dieci comuni attraversati dal Sentiero della Bonifica», spiega Nicolardi.
La Fortezza del Girifalco, dove è esposta la mostra «Cronache d’Acqua», è una sede espositiva dal 2015, da quando l’Associazione Culturale ONTHEMOVE ne ha ottenuto la gestione tramite bando comunale, ma adesso grazie a Intesa Sanpaolo, è in corso un importante progetto di restituzione. «Quest’anno, grazie al finanziamento erogato da Intesa Sanpaolo attraverso l’Art Bonus, è stato ristrutturato il primo piano». E come ha dichiarato durante l’inaugurazione Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici - Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia «l’obiettivo è di proseguire con un progetto triennale che coinvolga il secondo piano e restituisca la Fortezza nella sua interezza alla comunità, trasformandola in un punto di riferimento per le arti visive».
Al Teatro Signorelli si svolgono i principali talk e tavole rotonde: l’incontro con Alfredo Jaar; la tavola rotonda sul cambiamento climatico con Stefano Mancuso e otto fotografi, insieme ad Antonio Carloni vicedirettore di Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo e Tommaso Rosa di Autolinee Toscane; la cerimonia del Premio Vittoria Castagna, vinto da Matilde Perini, e del nuovo Cortona On The Move | BarTur Grant, i cui vincitori saranno annunciati sabato, «dando loro la possibilità di partecipare alla prossima edizione del festival». Da citare ancora  i workshop realizzati con Sony nella OTM Academy e i momenti più informali, come gli appuntamenti musicali alla Fortezza del Girifalco e in Piazza Signorelli, una piazza altamente rappresentativa di Cortona: «Ci teniamo che il Festival sia percepito come un momento da condividere con tutte e tutti, non solo con gli addetti ai lavori», specifica Nicolardi. 
Uno scambio continuo, insomma, tra Cortona e il mondo e tra il mondo e Cortona, assolutamente da non perdere, perché «Visitare il Festival significa scoprire Cortona, i suoi spazi storici e artistici, dove anche chi arriva per caso può trovare qui uno sguardo sul mondo e sul linguaggio fotografico», conclude Nicolardi.

 

 

Jenny Dogliani, 18 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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