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Come perdere (creativamente) il proprio tempo

Silvia Mazza

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Silvia Camporesi (1973), Letizia Cariello (1965) e Jakub Woynarowski (1983) allestiscono, a cura di Marinella Paderni, «Silently Close Are Some Particles», un itinerario misterioso sulle tracce del tempo, inteso come dimensione sia personale sia collettiva.

Dal 20 settembre al 28 ottobre, nella galleria Z2O diretta da Sara Zanin in via della Vetrina, i calendari della Cariello (lunghe sequenze di numeri e lettere che ripensano l’idea di diario personale), le foto della Camporesi (che cercano di conferire esistenza concreta a fenomeni o eventi avvolti dal mistero o mai avvenuti) e le immagini provenienti dal passato di Woynarowski si rincorrono in un tentativo di mettere sotto scacco l’idea di tempo e di storia lineare.

I piccoli sfasamenti, gli eventi che si consumano silenziosamente, sono capaci di modificare in maniera permanente la realtà in cui viviamo. Le opere in mostra ne danno, se non una tangibile dimostrazione, almeno una suggestiva allusione per certi versi inaspettata e misteriosa. C’è un sapore di gabinetto alchemico nella galleria Z2O, che ci porta quasi a rileggere il nome stesso dello spazio espositivo.

Silvia Mazza, 12 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

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