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Ugo Nespolo, «Pop Air»

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Ugo Nespolo, «Pop Air»

Con Vivian Maier e Ugo Nespolo il Museo del Genio di Roma si apre al pubblico

L’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, diventato un grande centro culturale, presenta il progetto «Pop Air» dell’artista piemontese e oltre 200 scatti della fotografa americana

«L’arte ha bisogno di tornare in mezzo al mondo con le sue piccole provocazioni, di viaggiare a fianco della vita, senza lustrini, fuori dagli studi»: con queste parole Ugo Nespolo illustra il suo progetto inedito «Pop Air» ideato per il cortile monumentale di Santa Barbara in occasione dell’apertura al pubblico degli spazi del Museo del Genio dell’Esercito Italiano.

Dal 31 ottobre al 15 febbraio 2026 otto colorate sculture gonfiabili, con le quali l’artista interpreta i grandi capolavori internazionali, animano l’architettura solenne del cortile dell’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio. Per la prima volta dalla sua costruzione negli anni Trenta apre tutti i giorni al pubblico nella nuova veste di grande hub culturale grazie alla collaborazione tra Ministero della Difesa, Esercito Italiano, Difesa Servizi e Arthemisia. Se la testa di Modigliani annuisce sollecitata dal vento, il gigantesco «Ragno Maman» di Louise Bourgeois agita le zampe, mentre il «Balloon Dog» di Jeff Koons in versione Nespolo guarda alle statue del pioniere e del pontiere in un cortocircuito tra effimero e monumentale. Da queste «affettuose presenze oniriche» alte cinque metri, il secondo percorso pensato per la riapertura degli spazi del Museo del Genio invita a esplorare i dettagli infinitamente piccoli catturati da alcuni scatti di Vivian Maier.

L’ironia giocosa che colora il cortile di Santa Barbara ritorna nella mostra «Vivian Maier. The Exhibition», dedicata alla fotografa americana a cent’anni dalla nascita. Prodotta e organizzata da Arthemisia, curata da Anne Morin, l’esposizione racchiude oltre 200 scatti che vogliono raccontare l’artista andando oltre l’aneddoto della bambinaia. «Questa mostra, ha detto Morin, è una celebrazione a Vivian Maier, fotografa che è sfuggita alle mani della storia, ma che è stata raggiunta da essa». L’esposizione passa la parola allo studente di Chicago John Maloof che in un magazzino venduto a un’asta fallimentare, in cui Vivian aveva accumulato migliaia di rullini, ha scoperto per caso la misteriosa fotografa dando vita a un archivio di oltre 120mila scatti. L’obiettivo diventa per la scrutatrice urbana Maier un bisturi che seziona la realtà: esclusi, sognatori, mani intrecciate, un pugno serrato, un pantalone scucito, una borsa, un libro dietro la schiena, il sonno di un senzatetto sulla panchina.

Così il percorso romano, accolto nell’edificio in cui l’attrezzatura radiotelegrafica originale di Guglielmo Marconi è solo uno dei tanti oggetti che esaltano lo spirito visionario, diventa un invito a parafrasare l’ode al gesto quotidiano che trasforma l’ordinario in straordinario. Immancabili i bambini di Maier, veri protagonisti degli oltre 150mila negativi scattati in vita, rimasti nascosti dentro centinaia di scatole. Alcuni di loro la ricordano alta, avvolta da cappotti enormi e con la sua inseparabile Rolleiflex. Il percorso incrocia le strade di New York e di Chicago, l’America del dopoguerra fino alle esperienze cinematografiche degli anni Sessanta, quando Maier alterna l’uso della fotocamera Rolleiflex alla macchina da presa Super 8. I colori vestono invece le immagini scattate nei quartieri operai di Chicago con una Leica 35 mm, mentre gli autoritratti danno espressione a una presenza sempre silenziosa nascosta dietro l’obiettivo.

Vivian Maier, «Central Park, New York, Ny, September 26, 1959». © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, Ny

Samantha De Martin, 31 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

Con Vivian Maier e Ugo Nespolo il Museo del Genio di Roma si apre al pubblico | Samantha De Martin

Con Vivian Maier e Ugo Nespolo il Museo del Genio di Roma si apre al pubblico | Samantha De Martin