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Alle Gallerie d’Italia-Milano, un omaggio fotografico ai Giochi che negli anni Cinquanta invasero le Dolomiti in concomitanza con il loro imminente ritorno nel mese di febbraio
- Alessia De Michelis
- 24 dicembre 2025
- 00’minuti di lettura
Montaggio dei cerchi olimpici in una strada di Cortina d’Ampezzo, gennaio 1956
Fotografia di Publifoto, CSAC, Università di Parma
«Cortina 1956», le prime Olimpiadi Invernali ospitate in Italia
Alle Gallerie d’Italia-Milano, un omaggio fotografico ai Giochi che negli anni Cinquanta invasero le Dolomiti in concomitanza con il loro imminente ritorno nel mese di febbraio
- Alessia De Michelis
- 24 dicembre 2025
- 00’minuti di lettura
Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoliPiù che celebrare l’agonismo sportivo, le fotografie dell’Archivio Publifoto dedicate a «Cortina 1956» restituiscono l’atmosfera che circondava le prime Olimpiadi Invernali ospitate in Italia. Gli scatti si soffermano sui volti, sui gesti, sul pubblico e sui contesti urbani e mondani, componendo un racconto laterale ma rivelatore: quello di un Paese che, sullo sfondo dell’evento sportivo, inizia ad affacciarsi agli anni del boom economico e a una nuova idea di modernità.
Questa lettura «ambientale» e sociale delle Olimpiadi emerge con forza dalla selezione di immagini che le Gallerie d’Italia di Piazza Scala a Milano presentano nell’ambito di Milano Cortina 2026. Le fotografie mostrano come l’evento olimpico diventi occasione per osservare trasformazioni culturali, stili di vita e rituali collettivi, più che le sole imprese degli atleti.
In vista della mostra a cura di Aldo Grasso (dal 6 febbraio a maggio 2026), l’intero corpus di immagini scattate a Cortina nel 1956 sarà oggetto di un articolato intervento di restauro, digitalizzazione e catalogazione. Il lavoro confluirà anche in una pubblicazione online, ampliando l’accesso a un patrimonio visivo di grande valore storico e documentario. L’iniziativa si inserisce così in un più ampio progetto di valorizzazione della fotografia d’archivio, capace di intrecciare memoria sportiva e storia sociale, restituendo uno sguardo inedito sull’Italia del secondo dopoguerra.