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© Nicolas Bousser, Paris Photo 2025

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© Nicolas Bousser, Paris Photo 2025

Cosa, e a quanto, si è venduto a Paris Photo 2025

Il report di un'edizione che ha rappresentato un punto di svolta per la fiera, in vista del bicentenario della fotografia che si celebrerà il prossimo anno

Riccardo Deni

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La 28a edizione di Paris Photo si è chiusa con un successo. E non solo per i 75 mila visitatori, di cui il 40% internazionali, o per le vendite che fin dalle prime ore non sono mancate. L'edizione 2025 ha rappresentato infatti un punto di svolta, orientando la fiera verso una rinnovata attenzione per le posizioni contemporanee senza tuttavia tralasciare le sue solide radici storiche, in vista del bicentenario della fotografia che si celebrerà nel 2026. L'ingresso è stato dominato dalla monumentale installazione di Sophie Ristelhueber (Galerie Poggi), vincitrice dell'Hasselblad Award, un'opera lunga quasi quaranta metri che esplorava l'impatto di guerre e cambiamenti climatici sul paesaggio. Questa enfasi curatoriale, insieme alla mostra «The Last Photo» dalla collezione di Estrellita B. Brodsky, ha offerto un'ampia e profonda lettura del mezzo fotografico, dalla storia alle scene emergenti e alle pratiche digitali.

Ma veniamo alle vendite. Il Main Sector ha confermato la vitalità della domanda, con numerose transazioni che hanno toccato sia opere storiche che progetti contemporanei. La galleria Persons Projects ha realizzato una delle vendite più importanti, cedendo un'opera di Zofia Kulik per oltre 200 mila euro. Anche un'opera storica di Mario Cresci, presentata da Materia & Large Glass, ha trovato un acquirente, mentre M77 ha visto un forte interesse istituzionale per Ming Smith, con stampe vintage vendute tra 15 mila e 60 mila euro. La galleria Zander ha venduto ben 22 opere di Robert Frank, oltre a fotografie di Joel Sternfeld e William Eggleston, per circa 50 mila euro, e un lavoro di Tarrah Krajnak per 25 mila euro.

Pace ha piazzato diverse opere di Paul Graham, sei stampe di Richard Learoyd e fotografie istituzionali di Josef Koudelka. Howard Greenberg ha venduto un raro portfolio di Roy de Carava, oltre a stampe vintage di Walker Evans e lavori di Sarah Moon e Dolores Marat. Les Douches ha registrato una trentina di vendite, con stampe fino a 25 mila euro ciascuna. Notevoli i risultati anche per la Rose Gallery, che ha venduto circa 20 opere dalla personale di Tania Franco Klein, con prezzi tra 8,5 mila e 25 mila euro, e per Nathalie Obadia, che ha realizzato vendite per tutti i suoi artisti tra 10 mila e 50 mila euro.

© Nicolas Bousser, Paris Photo 2025

I maestri del Novecento sono stati protagonisti da Bruce Silverstein, con vendite significative per František Drtikol, Robert Frank, Barbara Morgan, Edward Weston e Dorothea Lange. La galleria Akio Nagasawa ha venduto un set di Eiji Ohashi per 30 mila euro, mentre Hans Kraus ha ceduto tre delle quattro opere di J.M. Cameron (30 mila e 35 mila euro) e un dagherrotipo di Southworth & Hawes per 28 mila euro. Sul fronte delle grandi collezioni, Jecza ha venduto una serie di 768 opere per un importo a sei cifre, e Gregory Leroy ha piazzato diverse opere di Manuel Álvarez Bravo per circa 100 mila euro.

La fiera ha poi ampliato il suo campo d'azione grazie ai settori curati. Il settore Voices, integrato per la prima volta nella navata, ha visto Eva Presenhuber vendere diverse opere di Torbjørn Rødland. Da Kilchmann, le opere di Shirana Shahbazi (tra 10 mila e 25 mila euro) e Paul Mpagi Sepuya (tra 6 mila e 500 e 18 mila euro) hanno trovato nuovi acquirenti. La galleria Higher Pictures ha persino esaurito l'intero stand composto da opere uniche. Il settore Emergence ha messo in luce il lavoro poetico di Sibusiso Bheka (Afronova), che ha visto quasi tutti i suoi pezzi venduti. Anche le opere di Marine Lanier, vincitrice del Premio Ruinart e presentate da Espace Jörg Brockmann, sono state acquistate in gran numero, con prezzi compresi tra 1-3,8 mila euro.

Infine, il settore Digital. Qui Heft Gallery ha ricevuto 10 commissioni per il lavoro di scansione in situ di Luke Shannon. Kevin Abosch ha venduto tre opere della sua serie «Ethical Work» per 15 mila euro, mentre l'artista Louis-Paul Caron della Danae Gallery ha venduto quattro opere tra 6 mila e 8 mila euro. Il programma Elles x Paris Photo, che ha aumentato la visibilità delle artiste donne al 39% degli espositori, ha registrato vendite degne di nota, come un'opera di Mari Katayama (Suzanne Tarasieve) e importanti stampe vintage di Marie-Laure de Decker (5 mila e 16 mila euro) da Anne-Laure Buffard e In Camera.

Il successo di questa edizione, sostenuto da un ricco programma di conferenze e dalle oltre 400 firme di libri nel vivace settore dell'editoria, segna il ritorno trionfale di Paris Photo e ne consolida la posizione di leadership sulla scena artistica globale.

Riccardo Deni, 18 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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