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«Il tempo se ne va» (2021) di Giovanni Gaggia

© Niccolò De Ruggieri

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«Il tempo se ne va» (2021) di Giovanni Gaggia

© Niccolò De Ruggieri

Cresce la collezione del Musma, che apre gli studioli

Nato nel 2006 per offrire al visitatore un percorso sulla storia della scultura contemporanea, il museo materano si è arricchito nel tempo di nuove produzioni e donazioni per approfondire gli attuali linguaggi dell’arte plastica

Fiorella Fiore

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La collezione permanente del Musma-Museo della Scultura di Matera, nato nel 2006 per offrire al visitatore un percorso sulla storia della scultura contemporanea partendo da «Il Birichino» del 1883 di Medardo Rosso, nel 2024 si è arricchita di nuove produzioni e donazioni volte ad approfondire gli attuali linguaggi dell’arte plastica, in dialogo sia con le opere già presenti sia con la particolare architettura del museo, il cinquecentesco Palazzo Pomarici

Nell’anno che sta per chiudersi è stata prodotta «Cartogramma», installazione permanente di Crisa (Federico Carta), artista cagliaritano a confronto con le opere della collezione di Maria Lai («Cuore mio», «Sa domu de su dolu», entrambe del 2002, e «La torre» datata 1971-2002). È seguita poi «Where is the Homeland?» opera prodotta da Elyas Alavi, poeta, artista visivo e curatore afghano-hazara che ha tenuto al Musma la sua prima personale italiana, e «Peer to peer», opera degli artisti napoletani Cyop&kaf e parte del corpus «Solidi», piccole sculture in terracotta allestite negli ipogei del Musma fino al 6 gennaio 2025 per il progetto «Archeologia dell’avvenire». In occasione dell’anniversario del 18mo anno di fondazione del museo e della Giornata del Contemporaneo, il 12 ottobre scorso, è stata inoltre presentata l’installazione permanente «Linfa Grezza», realizzata da Saul Saguatti, Luca Centola e Antonio Colangelo; alle produzioni si sono poi aggiunte le nuove acquisizioni: «Bagnante» di Carmine Cecola (1975), «Autoritratto» di Luigi Auriemma (2018), «1968 - Gli uccelli. Un assalto al cielo mai raccontato» di Silvio Montanaro e Gianni Ramacciotti, (2018), «Bozzoli» di Jano Sicura (2024), «The divided brain» di Edson Luli (2024). 

Per il 2025 anche i depositi del museo saranno interessati da un nuovo programma espositivo; come spiega la curatrice del Musma, Simona Spinella: «L’idea di museo nasce, lo ricordiamo, negli studioli; e oggi potremmo dire che i magazzini dei musei sono diventati dei veri e propri studioli, non più spazi di deposito, ma piuttosto una rinnovata occasione di esperienza museale per il pubblico, ed è quello che cercheremo di fare nel 2025 aprendo le porte della foresteria di Palazzo Pomarici». Sempre nel 2025, infine, sarà completato il programma di digitalizzazione del Musma per offrire un’esperienza di visita accessibile attraverso video a 360° e visori Vr Cardboard, grazie alla collaborazione del videomaker argentino Pablo Monton

Fiorella Fiore, 13 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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