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Luigi Crea
Leggi i suoi articoliPresso la nuova sede della Galleria Giorgio Persano, in via Stampatori 4 a Torino, si può visitare una mostra dedicata al pittore e fotografo Jan Dibbets dal titolo «Miliardi di Universi». L’artista, già presentato in galleria nel 2007 con una grande installazione dal titolo «Omaggio a Sol Lewitt», in questa personale visitabile fino al 23 dicembre ha portato a Torino le opere realizzate nell’ultimo decennio. L’artista olandese nasce e studia non come fotografo bensì come pittore: le sue idee sulla fotografia hanno origine proprio dalla pittura negli anni 1966-67.
Per Jan Dibbets lo sviluppo della tecnica è fondamentale per lo sviluppo della fotografia stessa. Ogni nuova tecnica rappresenta per lui una nuova possibilità e lo testimoniano i «NewColorStudies»presenti in mostra. Per i «NewColorStudies» l’artista si riappropria degli scatti di pezzi di carrozzerie di automobili realizzati in analogico per i «ColorStudies» degli anni Settanta e adopera un ingrandimento del negativo ottenendo così delle immagini digitali monocromatiche. Riesce in questo modo a sottrarre la struttura all’immagine non perdendo però il dato reale.
Esplorando le nuove tecniche digitali si arriva alla serie «B.O.U.» per la quale Dibbets utilizza lo stesso processo dei «NewColorStudies», ma portandolo all’estremo: ingrandisce con un programma di elaborazione digitale i negativi degli studi sul colore dei «ColorStudies» del 1976 dividendoli in due parti verticali e dando così vita ad opere di colori e forme astratte.
Se per le serie «NewColorStudies» e «B.O.U.» il passaggio dall’immagine analogica a quella digitale è centrale e perde gran parte del dato reale, così non avviene per Rob Birza con la sua monumentale opera «Afghanistan», sempre nella Galleria Giorgio Persano. Così come la serie alla quale appartiene, l’opera è creata a partire da una fotografia tratta da giornale e ci invita a riflettere sulla recente caduta di Kabul e sulla restaurazione del regime talebano. La guerra, che spesso viene proposta in modo unilaterale dai mass-media, qui è invece rappresentata da diverse prospettive. Se da un lato vediamo un pastore con il suo gregge non riconducibile all’immaginario di guerra, dall’altro la cornice con la scritta «Afghanistan» ci porta alla mente uno scenario di guerra; nella parte bassa il riferimento a «Golf», «Tennis» e «Surf», tre sport tipicamente occidentali, sottolinea la dimensione di conflitto-profitto tra Occidente e Oriente. Le parole sono tessute in lana creando in questo modo un collegamento tra il gregge rappresentato nell’opera e le attività ludiche occidentali.

Una veduta della mostra «Miliardi di universi», personale di Jan Dibbets presso la Galleria Persano di Torino

L’opera «Afghanistan» di Rob Birza nella Galleria Persano di Torino
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