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Dai caveau elvetici a Londra

Bruno Muheim

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Come la fine del segreto bancario cambierà il mercato dell’arte  

Febbraio 2015 sarà ricordato come il momento dei grandi cambiamenti tra Italia e Svizzera in ambito sia politico sia economico, grazie soprattutto all’accordo per la regolarizzazione dei capitali ancora nascosti nelle banche elvetiche. Sono evidenti il legame e l’influenza che tale misura può avere sul mercato dell’arte. Per decenni in Italia alcune persone «premurose» portavano segretamente nel Paese del cioccolato i loro risparmi aggiungendo spesso due o tre quadri di valore che molto gentilmente la banca custodiva con i gioielli della nonna.

D’ora in poi non sarà più possibile. Dal momento che ogni cassaforte è legata a un conto, la chiusura o trasferimento di quest’ultimo rende impossibile la permanenza del tesoretto artistico in banca. Certo molti proprietari si erano già resi conto del costo proibitivo della casse di sicurezze delle banche svizzere e della difficoltà di organizzare comodamente la visione del loro bene all’interno di uno strettissimo caveau ginevrino o luganese. Così i porti franchi, all’inizio organizzati per merci in transito, hanno sviluppato con enorme successo un’attività interamente dedicata al mercato dell’arte.

L’artefice di questo successo è il presidente di Natural Le Coultre, Yves Bouvier. Natural Le Coultre è un impero che controlla la maggiore parte dei depositi d’opere d’arte presso i porti franchi di Ginevra, Singapore e Lussemburgo, per esempio. Bouvier è l’uomo di questo sviluppo frenetico, ma alla fine si è trasformato in direttore d’orchestra del mercato dell’arte: non contento di gestire i suoi spazi, metteva in contatto venditori e compratori, poi si è fatto consulente per collezionisti, poi esperto fissando lui stesso il prezzo delle opere d’arte vendute per suo tramite. Suo più importante cliente fu per anni Dmitri Rybolovlev, famosissimo a Ginevra come re del potassio ma anche per essere, lui e la sua futura ex moglie, i protagonisti del divorzio più famoso degli ultimi anni. Uno dei punti di contenzioso sarebbe tra gli altri la collezione d’opere d’arte valutata la bellezza di un miliardo di dollari. Sembra anche che le verifiche condotte al proposito dai legali dei due ex sposini abbia messo in luce le colossali commissioni pagate a Yves Bouvier. Che è stato arrestato a Monte Carlo alcuni giorni fa.

Questa megatruffa lascerà una macchia indelebile sulla Svizzera, nel peggior momento possibile. La Confederazione sta tentando di uscire dalla messa all’indice per colpa del segreto bancario, puntando tutto su qualità dei servizi e trasparenza delle operazioni. Ancora una volta il grande vincitore sarà il Regno Unito. Per i risparmiatori il governo inglese ha organizzato una piccola meraviglia: uno «statuto del residente non domiciliato» che consente di ufficializzare tutti i beni ovunque nel mondo pagando tasse, contenute, nel solo Regno Unito. In più diverse strutture nel cuore di Londra fanno ufficio di porto franco.

Christie’s stessa ha aperto il suo Christie’s Fine Art Storage Services (Cfass) con filiali a Singapore e New York. Primo al mondo, il vostro agente bancario della City potrà regolarizzare tutti i vostri sporchi risparmi aggregati tra Ginevra, Panama e Singapore in un splendido trust immacolato. In più avrete tutto sotto casa: affittate una bella casa perché la figliola impari l’inglese, e lì potrete coservare tutti i vostri bei quadri. Anzi, molto meglio conservarli in uno dei vari porti franchi di Londra, alcuni direttamente gestiti da Christie’s, come il già citato Cfass. La meraviglia assoluta è che grazie alla modesta residenza da studentessa di vostra figlia potete importare i vostri acquisti importanti fatti a New York a un tasso del 5% per poi trasferirli senza problemi e costi aggiuntivi in Italia. Ricordando che lo stesso quadro inviato direttamente da New York a Milano sarà tassato al 10%. Il Governo italiano pensa di essere astuto e di fare cassa raddoppiando il tasso, peccato che tutti vanno e Londra e pagano la metà. La coppia un po’ troppo chiacchierata (e dunque ben poco discreta) Svizzera-Italia lascia il passo a quella molto più trendy e intraprendente Italia-Regno Unito. Nella Londra ricca e bon ton non s’è mai parlato tanto l’italiano, il francese e il tedesco come oggi. È solo l’amore per l’arte?

Bruno Muheim, 02 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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