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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliCon la colta progettazione europea degli architetti svizzeri Herzog & de Meuron e del paesaggista olandese Piet Oudolf, aprono il 21 settembre, a Filadelfia, i Calder Gardens.
«Si tratta di un’istituzione culturale completamente nuova, focalizzata sulla promozione dell’introspezione e della crescita personale attraverso l’arte e le idee di mio nonno Alexander, uno degli artisti più influenti della contemporaneità», ha affermato Alexander S.C. Rower, nipote dell’artista e presidente della Fondazione Calder. «I Calder Gardens sono uno spazio unico, che consente ricche contaminazioni tra comunità diverse, pratiche artistiche e non artistiche e tra esseri umani, flora e fauna, ha invece sottolineato la direttrice Juana Berrío. La passione di Calder per le collaborazioni interdisciplinari e la sperimentazione offre il contesto perfetto per la creazione di uno degli spazi più innovativi e visionari oggi esistenti».
«Fin dall’inizio il cliente desiderava uno spazio che offrisse un approccio intimo e in continua evoluzione con l’opera di Calder, confermano Herzog & de Meuron. Pur mantenendo i requisiti tecnici tipici di un museo tradizionale, l’edificio è concepito come un nuovo tipo di luogo artistico che riqualifica un sito pianeggiante e incuneato lungo la Parkway, di fronte al Rodin Museum e alla Barnes Foundation, nato però come spazio residuale e privo di fascino. Il progetto evita sia l’architettura monumentale sia gli aspetti più evidenti dell’arte di Calder (forma, colore e movimento), traducendosi in un giardino con un edificio al suo interno che rivela gradualmente una serie di spazi distinti ed eterotopi».
Visto dalla Parkway, un muro metallico fa da sfondo a un giardino pubblico simile a un prato, i cui percorsi conducono verso l’unica apertura centrale di un grande disco, che definisce una piazza circolare e funge da copertura per le gallerie espositive sottostanti.
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