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Particolare della scultura «La Loi» di Joseph Chinard, 1793-94

Courtesy of De Baecque & Associés

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Particolare della scultura «La Loi» di Joseph Chinard, 1793-94

Courtesy of De Baecque & Associés

De Baecque & Associés ha puntato sul Neoclassico ribelle di Joseph Chinard

Una scultura rara ha illuminato il percorso dell’artista che sfidò il laconismo giacobino per inventare un nuovo linguaggio allegorico

 

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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De Baecque & Associés ha presentato il 22 novembre nella sede di Lione una rara scultura di Joseph Chinard (1756-1813), scultore lionese di fine XVIII secolo, che rappresenta perfettamente la temperie rivoluzionaria che lo vide protagonista: «La Loi», giovane donna in piedi, vestita d’un chitone a pieghe serrate sotto il mantello e appoggiata alla stele con l'iscrizione «Loix Républicaines» sul recto e «Droits de l’Homme» sul verso, nella mano sinistra una ghirlanda di quercia e d’alloro e dietro un fascio littorio simbolo dell’unità repubblicana. La terracotta con patina originale, 1793-1794, h. 47,5 cm, stimata 50/80mila euro, è stata aggiudicata per circa €75.000 .

La figura muliebre, marziale ma non virago bensì seducente di femminilità diffusa, incarna l'ideologia repubblicana laddove ricercata iconografia neoclassica e simbolismo politico esprimono al meglio la poetica di Joseph Chinard, artista «duro e puro» della Rivoluzione, e il suo stile: intellettualismo e carnalità fra neoclassicismo, espressività e raffinatezza simbolica che rifiutò il «laconismo giacobino» servilmente applicato dai più e preferì l’allegoria creandosi, lontano dal serrato tumulto parigino, uno stile autografo e innovativo del repertorio iconografico. È ovviamente il contesto storico-politico a dare carattere e intensità a questa scultura (e all’intera opera di Chinard): nella coerenza stilistica ad altri marmi (Allégorie de la République, 1794, Louvre, e Portrait allégorique de la Famille de Risamburgh, 112,4 x 54,6 × 39 cm, Los Angeles, J. Paul Getty Museum) mostra sia la virtuosità tecnica di Chinard sia il frutto degli studi dell’antico a Roma a migliorare la tecnica e affinare il gusto. Quei due viaggi italiani, il primo da inizi 1784 a dicembre 1787 e il secondo da primi 1791 a fine novembre 1792 si segnano l’uno per il primo premio del Concorso Balestra all’Accademia di San Luca (conseguito, unico francese, nel giugno 1786), il secondo per l’esecuzione di due opere (Jupiter foudroyant l’Aristocratie e Le Génie de la Raison foulant aux pieds la Superstition, Louvre) che portarono all’arresto papalino a settembre 1792 e relativo soggiorno a Castel Sant’Angelo (Cavaradossi ante litteram) fino a metà novembre, quando fu obbligato al ritorno in Francia.

Rientrato a Lione, Chinard si dedica a committenze pubbliche in cui celebra più la Legge e l’Ordine che il Popolo, urtando così la suscettibilità dei Giacobini (è l’epoca del Terrore) che lo arrestano come controrivouzionario a ottobre 1793. Liberato a fine febbraio 1794, riotterrà poi il favore del governo repubblicano (e di tutti i successivi, compreso l’Impero) nonostante si stesse personalmente più e più distaccando dall’ideologia giacobina. Lo dimostrano le due iscrizioni su La Loi, appunto di quegli anni, che esprimono il messaggio intimo d’un artista provato dagli sconvolgimenti rivoluzionari e che non vede Libertà e Repubblica sopravvivere senza il primato della Legge.

Joseph Chinard si affermò poi a livello nazionale pur senza allontanarsi di fatto da Lione dove ricoprirà sempre maggiori cariche artistiche. Fanno eccezione i periodici soggiorni in Italia, a Carrara (1804-1808), per lo sfortunat incarico da Élisa Baciocchi Bonaparte, principessa di Lucca e di Piombino che, data la notoria avarizia dell’imperial sorella, ebbe esito infausto per screzi finanziari, e le numerose visite a Parigi, ospite del banchiere lionese Joseph-Rose Récamier e della moglie, la celebre Juliette Récamier, divina del Romanticismo neoclassico francese, di cui fra 1804-1808 realizzò il noto busto (Musée des Beaux Arts de Lyon). Le sue opere, molto allegoriche, mostrano, con la perizia tecnica, quella capacità peculiare di dar forma alle tensioni ideologiche in intensità scultorea che ne fa uno degli artisti più brillanti, se non fra i più noti, della scultura francese fra XVIII e XIX secolo.

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 24 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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De Baecque & Associés ha puntato sul Neoclassico ribelle di Joseph Chinard | Giovanni Pellinghelli del Monticello

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