Triplo appuntamento a Palazzo Collicola, che ha inaugurato la stagione invernale con tre mostre, tutte visibili fino alla fine di febbraio 2025. Da un lato si guarda alla scultura più contemporanea, dall’altro a due storiche figure del territorio, Nuvolo e Afranio Metelli, confermando l’interesse dell’istituzione umbra per l’indagine congiunta fra espressioni del passato e del presente, oltre che fra artisti provenienti da diversi territori.
«Senza mai sfiorire. Densità e leggerezza nella scultura italiana contemporanea», a cura di Saverio Verini, direttore dei Musei Civici di Spoleto, è una collettiva che vede protagoniste le opere di alcuni dei più interessanti artisti italiani impegnati sulla scena nazionale e internazionale: Giorgio Andreotta Calò, Francesco Arena, Micol Assaël, Francesco Barocco, Rossella Biscotti, Francesco Carone, Sara Enrico, Giovanni Kronenberg, Marzia Migliora, Fabrizio Prevedello, Giovanni Termini e Patrick Tuttofuoco. I loro interventi definiscono e fanno il punto sugli esiti delle ultime tendenze nelle arti plastiche, onorando la tradizione della città da sempre dedita alla scultura, pioniera nell’ambito delle pratiche di arte pubblica, con l’esperienza Sculture nella città del 1962, proponendo un’analisi delle espressioni artistiche comuni alla generazione dei nati negli anni Settanta. Una generazione esplosa nel decennio Novanta, il cui «fare» è tracciato da pratiche di matrice relazionale e una «leggerezza», come suggerisce il titolo, di calviniana memoria. Si consiglia, per chi desiderasse approfondire, il saggio di Luca Cerizza L’uccello e la piuma (paperback, Milano 2010), che ben documenta l’arte italiana caratterizzata da tale aspetto.
«Spazion» è il titolo della personale dedicata a Nuvolo, nome d’arte di Giorgio Ascani (1926-2008), e realizzata in collaborazione con l’Archivio Nuvolo di Città di Castello, a cura di Bruno Corà, Aldo Iori e Paolo Ascani. Con opere provenienti da importanti collezioni private e pubbliche, sia in Italia sia all’estero, la mostra, oltre a mettere in luce l’eclettismo dell’artista umbro, da una parte fortemente influenzato da Burri ma più in generale dall’ambiente artistico romano di metà secolo, evidenzia il suo originale slancio nei confronti dell’esplorazione spaziale in pittura. Da qui l’elevazione «alla ennesima» del termine «spazio» nel titolo, a indicare quello speciale rilievo che contraddistingue il suo lavoro. La mostra è anche una sorta di anticipazione delle celebrazioni che nel 2026 accompagneranno i 100 anni dalla nascita dell’artista.
Terzo e ultimo appuntamento espositivo proposto a Palazzo Collicola è «A typical Afranio thing! 1924-2024: omaggio all’artista a cento anni dalla nascita» mostra personale di Afranio Metelli in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios, curata da Serena Schioppa. La mostra si pone come una sorta di omaggio all’artista originario di Campello sul Clitunno, di cui si celebra il centenario della nascita. Anch’egli eclettico e difficilmente inquadrabile in un unico linguaggio espressivo o corrente, in mostra è rappresentato da quattro cicli di opere incentrate sulla ripetizione di soggetti: autoritratti, nature morte, pugili e un d’après di Balthus, una serie ispirata al celebre dipinto dell’artista francese, «Lezione di chitarra». Variazioni, contrasti, tensioni, le opere di Metelli possono essere così commentate, con sostantivi che hanno lo scopo di sollecitare lo spettatore a riflettere sul valore estetico della ripetizione.