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È l’ora della Miami Art Week 2025. E la città diventa un’opera d’arte vivente

Ogni dicembre Miami cambia pelle. Le sue strade diventano corridoi espositivi, le spiagge si trasformano in padiglioni fieristici

David Landau

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Ogni dicembre Miami cambia pelle. Le sue strade diventano corridoi espositivi, le spiagge si trasformano in padiglioni fieristici, Wynwood si accende come un enorme manifesto di street art, e gli hotel (vedi la nuova rassegna NO VACANCY) si animano di installazioni site-specific. La settimana che inizia oggi, dal 1° al 7 dicembre, non è soltanto un appuntamento di calendario: è il momento in cui Miami rivendica, con naturale sicurezza, il proprio ruolo di capitale culturale globale, almeno per sette giorni. Al centro di questo vortice creativo c’è Art Basel Miami Beach, la manifestazione che dal 2002 ha rivoluzionato il profilo artistico della città, attirando gallerie, collezionisti e talenti da ogni continente, una vera e propria cerniera tra Nord, Sud e Centro America. E dando il via alla costruzione di quel Design District che tratta il mondo della moda nella sua ambizione più alta ed esagerata. Attorno a questo fulcro ruota un ecosistema di eventi, fiere satellite, mostre, talk, performance e feste che invadono ogni quartiere, ogni lobby, ogni angolo di cielo, ogni palma del Botanic Garden di fronte alla fiera regina.

Il cuore pulsante rimane il Miami Beach Convention Center, con le oltre 250 gallerie di Art Basel che offrono un panorama esaustivo dell’arte contemporanea internazionale. A pochi passi, Design Miami esplora i confini tra arte, architettura e design con ambienti immersivi e pezzi iconici. Spostandosi sulla baia, Art Miami e CONTEXT costruiscono un ponte tra artisti emergenti e collezionisti navigati, mentre sulla sabbia di South Beach UNTITLED Art conferma la sua vocazione curatoriale. Scope porta in scena i linguaggi più sperimentali, dove arte, moda e cultura digitale s’intersecano, e Aqua Art Miami restituisce un ritmo intimo, trasformando un hotel vintage sulla Collins Avenue in un alveare creativo. A Wynwood, fra murales monumentali e graffiti iconici, Spectrum e Red Dot mettono in dialogo creativi "urban" locali e internazionali, mentre Coconut Grove e North Miami aggiungono tasselli importanti con Pinta Miami, dedicata all’arte latinoamericana, e l’AfriKin Art Fair, che celebra le voci della diaspora africana. Numeri alla mano: sono 25 le fiere disseminate, 47 le mostre "ufficiali", 6 i festival, tra cui il Wynwood Mural Festival. Per un totale di 155 eventi, considerando tutti i "collaterali".

Gli hotel diventano estensioni della scena espositiva. Il Ritz-Carlton South Beach, partner ufficiale della settimana, inaugura “The New Current”, tra sculture fluide di Loris Cecchini e un’installazione immersiva sulla spiaggia. Il Faena Hotel prosegue la sua vocazione teatrale con la monumentale Library of Us di Es Devlin, un’architettura effimera che trasforma la sabbia in un luogo di introspezione collettiva. Verso nord, il Ritz-Carlton Bal Harbour ospita le superfici liquide di Christopher Martin, mentre il leggendario Fontainebleau alterna panorami infiniti a notti nei club interni con line up speciali per la settimana dell’arte. La nuova apertura Le Particulier Miami, con dettagli Art Déco restaurati e cromie anni ’80, aggiunge una nota fresca e di design alla scena alberghiera.

La città intera diventa un palcoscenico. Lincoln Road ospita quattordici sculture monumentali firmate da artisti internazionali, mentre la Wellness Oasis, presso il Miami Seaplane Base, invita a una pausa rigenerante tra workshop, yoga e conversazioni sulla creatività e il benessere. Il Museum of Graffiti celebra l’evoluzione del writing con “Origins” e con una vivace programmazione all’aperto. Di notte, le feste moltiplicano le identità della città: dal block party di COYO Taco con Major Lazer al ritorno di CircoLoco nei capannoni di Factory Town, fino ai rituali edonistici di Delilah e alle performance spettacolari di Sexy Fish, che fonde yacht, arte contemporanea e gastronomia. Quest’anno Miami Art Week guarda anche sotto la superficie del mare. A largo di South Beach prende forma Reefline, un parco di sculture subacquee pensato per rigenerare l’ecosistema corallino. La prima installazione, Concrete Coral di Leandro Erlich, presenta 22 auto in cemento marino adagiate sul fondale, destinate a diventare una barriera artificiale viva. È il simbolo di come l’arte possa intervenire non solo sul paesaggio urbano, ma anche su quello naturale.

La settimana dell’arte coincide con una stagione di debutti gastronomici: l’attesissimo Torno Subito di Massimo Bottura nel Design District, l’eleganza mediterranea di AVA a Coconut Grove e il nuovo, scintillante Bagatelle Miami River, dove l’alta cucina incontra la nightlife. Tra uno stand e una performance, l’essenziale resta un cortadito al volo o un taco lungo Collins Avenue, mentre la notte chiede un martini sotto i soffitti dorati del Faena. La settimana dell’arte è il momento in cui Miami racconta al mondo chi è diventata: una città che ha superato l’immaginario da cartolina per farsi laboratorio creativo a cielo aperto. Tra mare, luce e visioni, novembre e dicembre offrono un rituale culturale che non esiste altrove: una celebrazione della creatività globale, della contaminazione dei linguaggi e dell’energia urbana che solo Miami è in grado di sprigionare.

David Landau, 01 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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