Sarebbe Peter John Higgs, per trent’anni stimato curatore presso il British Museum, il presunto responsabile del furto di manufatti antichi dalla collezione del museo londinese. Lo riporta il quotidiano britannico «The Daily Telegraph».
Higgs era stato assunto dal museo nel 1993 ricoprendo una posizione curatoriale di alto livello come capo del dipartimento del museo per la Grecia e Roma. È noto per essere uno dei cosiddetti «monuments men» del museo ed è stato il principale curatore della mostra itinerante «Ancient Greeks: athletes, warriors and heroes», allestita in prima battuta al British nel 2021.
Per anni Higgs avrebbe sottratto dalla collezione piccoli gioielli d’oro e gemme preziose, alcuni dei quali di epoca romana, valutati decine di milioni di sterline. L'ex curatore ha agito indisturbato impossessandosi di pezzi non catalogati per poi venderli su eBay. Secondo quanto riportato dal «Daily Telegraph», oggetti della collezione del museo sono apparsi per la prima volta sul sito di e-commerce già nel 2016.
Higgs è stato identificato come il presunto ladro quando ha iniziato a vendere oggetti che, a differenza dei precedenti, erano stati catalogati in modo completo dal museo e potevano quindi essere ricondotti al suo inventario digitale. Pur operando su eBay con uno pseudonimo, un portale sul suo account Paypal si collegava al suo feed Twitter, sul quale utilizzava il suo vero nome.
Stando al «Daily Telegraph», un esperto di antichità rimasto anonimo aveva informato il museo dell’attività illecita del curatore già tre anni fa, ma il British ha agito licenziando Higgs solo all’inizio di quest’anno. Ora ha deciso di rendere pubblica la notizia, che arriva poco dopo l’annuncio che Hartwig Fischer lascerà il la direzione del museo all’inizio del prossimo anno.
Il British Museum ha anche annunciato un’indagine indipendente volta a chiarire come Higgs abbia potuto asportare oggetti dall’istituzione senza destare sospetti; indagine che solleverà sicuramente interrogativi scomodi su quella che si configura come una pesante violazione della sicurezza. Esponenti del mondo museale britannico si chiedono se il British Museum possa ancora essere considerato un custode responsabile della sua collezione, tra cui figurano anche molti oggetti di provenienza contestata.
«Forse i marmi del Partenone non sono al sicuro nel Regno Unito» ha postato su X (il nuovo nome di Twitter) lo studio legale Art Recovery International, specializzato in questioni di restituzione.
La famiglia di Higgs ha dichiarato al «Daily Telegraph» di essere certa dell’innocenza del curatore e ha promesso di riabilitarne il nome. Non sono ancora stati effettuati arresti, anche se il British Museum si è impegnato a intraprendere azioni legali in caso di arresto.
Leggi anche:
Le dimissioni del direttore del British legate ai furti?, di Gareth Harris
Un’indagine interna rivela: più di 1.500 reperti rubati dal British Museum, di Tom Seymour
La mancanza di investimenti nel settore ha facilitato i furti al British?, di Gareth Harris
Altri articoli dell'autore
Gli ultimi dodici mesi a volo d’uccello: dal furto di manufatti al British Museum (con la conseguente esplosione di richieste di restituzione di reperti da parte di Paesi come la Grecia, la Nigeria e l’India) all’attacco a colpi di martello contro la «Venere Rokeby» di Velázquez
L’artista britannico, residente a Berlino, era stato nominato per le mostre tenute al Camden Art Centre di Londra e al Modern Art Oxford
Sebbene i collezionisti più ricchi non siano stati colpiti dai recenti scossoni dell’economia, molte gallerie e i collezionisti più giovani ne hanno risentito duramente
La sceicca Al-Mayassa ha condiviso sui social le immagini della bandiera palestinese proiettata sulle facciate del Museo di Arte Islamica e del Museo Nazionale del Qatar