Carolyn Christov Bakargiev
Leggi i suoi articoliQuando il museo riaprirà, attueremo una serie di adeguamenti e upgrade della struttura: oltre a incrementare le operazioni di sanificazione, all’ingresso di ogni edificio abbiamo posizionato dei termoscanner e saranno disponibili dispenser di gel disinfettante e mascherine. Stiamo riorganizzando gli uffici combinando separatori con una rotazione di smart working.
Limiteremo il numero di visitatori che potranno accedere contemporaneamente agli edifici e stiamo ideando nuove modalità di fruizione delle visite guidate con una tecnologia che permetta di mantenere la distanza tra le nostre «Artenaute» e il pubblico. Stiamo inoltre lavorando ad attività educative dedicate all’igiene, che vanno dai video informativi a brochure su come affrontare correttamente la fase critica di distanziamento sociale.
Disponiamo già nel nostro «Cosmo Digitale» di un video del Dipartimento Educazione su come realizzare la propria mascherina, che è un modo per «appropriarsi» a livello creativo di questa necessità. Ci saranno più opere fruibili negli spazi esterni rispetto a quelle già presenti di Calzolari, Fabro, Neuhaus, Pistoletto e Philipsz, e incrementeremo quelle di arte sonora.
Villa Cerruti, aperta a maggio dell’anno scorso, si è rivelata all’avanguardia di quello che è un «safe space», il museo del futuro, perché l’accesso è già limitato a dodici persone alla volta solo con visita guidata. Naturalmente la parte digitale del museo, che in questa fase stiamo incrementando molto, continuerà a costituire un aspetto fondamentale.
Proporremo la grande mostra sull’arte contemporanea cinese che avevamo preparato per l’inaugurazione il 24 febbraio scorso: i prestiti sono stati prorogati e la mostra in questo momento storico riveste particolare importanza dato che in Cina si è originato il virus. Saranno inoltre prorogate le mostre dedicate alle opere di Giorgio Morandi e quelle di Renato Leotta e James Richards. Prorogando queste mostre, la personale di Anne Imhof, che avrebbe dovuto essere inaugurata in Manica Lunga a maggio, aprirà a novembre.
La Imhof è interessante perché la materia scolpita dall’artista è basata sull’assembramento di corpivicini l’uno all’altro, per cui stiamo lavorando in stretto contatto con l’artista per creare «opere post Covid». Di pari passo con l’allestimento di opere sonore all’esterno del Castello, della Manica Lunga e di Villa Cerutti, organizzeremo visite speciali alla Collezione Cerruti incentrate sulle opere manieriste e di poco successive al Manierismo presenti in collezione, da Ribera a Dosso Dossi, le cui tematiche esprimono un’elaborazione del trauma e del dolore.
L'autrice è direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte contemporanea, Rivoli (To)
L'edizione integrale di FAREMO COSÌ, inchiesta mondiale esclusiva sui progetti di riapertura di 136 esponenti in Italia e nel mondo, è allegata al numero di maggio del GIORNALE DELL'ARTE ed è consultabile gratuitamente QUI
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