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Letizia Riccio
Leggi i suoi articoliC’è una parte consistente della nostra storia recente all’interno della vita di Ferdinando Scianna (1943). Il lungo e denso percorso del fotografo siciliano è raccontato dal regista conterraneo Roberto Andò (autore di «La stranezza», 2022, «L’abbaglio», 2025), in una pellicola prodotta da Bibi Film in collaborazione con Rai Cultura e distribuita da Fandango. «Ferdinando Scianna. Il fotografo dell’ombra», presentato fuori concorso all’ultima edizione della Biennale del Cinema di Venezia, arriva ora nelle sale italiane per tre giorni di evento speciale, il 6, 7 e 8 ottobre.
Più che di un documentario, si tratta di un vero film corale, con una voce narrante, quella di Scianna accompagnato dallo stesso regista, e una moltitudine di personaggi di prim’ordine che attorniano il protagonista, tutti assolutamente amici del fotografo. Ed è sul grande mistero dell’amicizia che si basa la vita di Scianna: «Come in amore, anche con un amico c’è il colpo di fulmine», spiega. Il primo e più importante legame, il giovane Ferdinando lo ebbe con Leonardo Sciascia. Della morte dell’amico, Scianna dice «ancora oggi non ci ho fatto i conti», mentre visita con Andò la casa palermitana dello scrittore, pressoché intatta. Dall’abbraccio con Gianni Berengo Gardin (in una delle ultime apparizioni prima della recente scomparsa) alla cena con Mimmo Paladino e tanti altri, dalle risate con il regista Giuseppe Tornatore ai ricordi della scrittrice Dacia Maraini, nel film non parlano semplici testimoni della vita di Scianna, ma personaggi che ne hanno incrociato la vita e l’azione. Complice la naturale attitudine allo storytelling del protagonista, il risultato è una narrazione fluida, ricca di aspetti e situazioni, intrigante nelle sue luci e ombre tutte siciliane. «Amo il sole perché fa ombra, dice Scianna, l’ombra ti definisce», aggiunge, alludendo anche ai tanti scatti, rigorosamente in bianco e nero, della propria sagoma a terra circondata di luce.
Il racconto girato da Andò parte dalle origini umili della famiglia Scianna a Bagheria (Palermo) e dal regalo del padre, una macchina fotografica dalla quale il quindicenne Ferdinando non si separa più. Inizia a ritrarre le sue compagne di scuola, poi l’incontro con Sciascia, il trasferimento a Milano e la collaborazione con «L’Europeo», durante gli anni Sessanta e Settanta, nei principali teatri di cronaca italiana e internazionale. Nel contempo, la conoscenza e l’amicizia, inevitabile per Ferdinando, con altri grandi protagonisti della nostra epoca come Henri Cartier Bresson, che lo introdusse nella prestigiosa agenzia fotografica Magnum (fu il primo italiano) e del quale si dichiara allievo insieme a tanti fotografi, oppure lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, che Scianna ritrasse in un famoso lavoro.
Nel bel mezzo della carriera arriva l’incontro con il mondo della moda, attraverso gli allora esordienti Dolce & Gabbana: «Cercavano un fotografo che non si occupasse di moda», racconta. Il risultato sono gli scatti iconici con protagonista la top model emergente Marpessa Hennink («L’ho scelta io fra le modelle che mi avevano proposto Domenico e Stefano», spiega il fotografo), in una Sicilia archetipica che diverrà da allora in poi la cifra vincente della coppia di stilisti.
La proiezione del film nelle sale è preceduta o accompagnata da alcune serate alla presenza dei protagonisti. A Milano, ad esempio, al cinema Anteo, martedì 30 settembre, è in programma un’anteprima con Roberto Andò e lo stesso Ferdinando Scianna. A Bologna, il regista e il fotografo presenziano all’anteprima di sabato 4 ottobre del cinema Modernissimo, nuova sala della Cineteca bolognese. O ancora a Roma, dove alla proiezione di lunedì 6 ottobre al cinema Quattro fontane sarà presente Roberto Andò; così come martedì 7 al Metropolitan di Napoli e mercoledì 8 al cinema Fiorella di Firenze.

Ferdinando Scianna nel film di Roberto Andò
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