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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliA Marsiglia, la Cathédrale Sainte-Marie-Majeure di Marsiglia che svetta imponente sul porto, più comunemente chiamata La Major, in lingua occitana, si prepara a una nuova campagna di restauri. In visita alla monumentale chiesa in stile neobizantino, la ministra francese della Cultura Rachida Dati ha annunciato infatti lo stanziamento di 2,3 miliardi di euro di fondi pubblici supplementari per intervenire sulla grande cupola centrale, che culmina a 70 metri, e le due torrette laterali. I fondi si vanno ad aggiungere ai 3,5 miliardi di euro già spesi per il restauro della copertura in piombo della navata. Prima ancora erano stati restaurati la facciata e i suoi due campanili, alti 60 metri. Costruita tra il 1852 e il 1893 dall’architetto Léon Vaudoyer, la chiesa, particolarmente esposta alle intemperie, è in cantiere già da quasi dieci anni.
Rachida Dati, responsabile della Cultura dal gennaio 2024, ha fatto della protezione del patrimonio storico, e in particolare delle 87 Cattedrali di proprietà dello Stato, il suo cavallo di battaglia, sostenendo che in Francia esiste una reale «emergenza patrimonio storico», anche se le sue ambizioni sono state raffreddate dalla recente crisi del debito pubblico (il bilancio della Cultura per il 2025, poco più di 4 miliardi di euro, è stato tagliato di 150 milioni di euro). I fondi per Marsiglia rientrano nel Piano pluriennale per la sicurezza delle Cattedrali, lanciato dopo il rogo dell’aprile 2019 che ha devastato Notre-Dame de Paris. All’epoca una commissione parlamentare aveva concluso che solo 22 Cattedrali su 87 si potevano considerare in «buono stato di conservazione». Ogni anno il Governo stanzia più di 50 milioni di euro per i restauri e 12 milioni per la messa in sicurezza delle Cattedrali, in particolare per ridurre il rischio di incendi, facilitare l’accesso ai vigili del fuoco e modernizzare gli impianti elettrici. Un primo bilancio dell’operazione, giudicato positivo, era stato stilato ad aprile 2023: dopo tre anni di lavori, il numero di Cattedrali con un dispositivo di sicurezza definito «elevato» era salito a 20. Tra queste, quelle di Rodez, Limoges, Angers, Rouen, la Rochelle o ancora Chartres.
Un altro grande cantiere si sta preparando a Tolone per il recupero della Cathédrale Notre-Dame de la Seds, la cui costruzione, in stile romanico, risale all’XI secolo. La chiesa fu ampliata più tardi, tra il 1654 e il 1659, con la creazione della Chapelle des Saintes-Reliques, mentre la facciata neoclassica e il campanile sono del Settecento. La Cattedrale di Tolone ha bisogno di una ristrutturazione generale: i lavori cominciano dalla facciata e dalle coperture e riguarderanno in seguito il coro e le cappelle, e tutti i decori interni, pitture, sculture, boiserie e l’organo. Il cantiere, stimato in 30 milioni di euro, durerà cinque anni, fino al 2029. Le analisi preliminari hanno tra l’altro permesso ai restauratori di scoprire un motivo antico sulle volte del coro, un cielo stellato, nascosto dalla polvere accumulatasi nei decenni, e che il restauro permetterà di riportare alla luce.

Una veduta della Cathédrale Sainte-Marie-Majeure detta La Major a Marsiglia. © Dijon Bourgogne Tourisme & Congrès

Una veduta della Cathédrale Notre-Dame de la Seds a Tolone. ©Direction de la Communication-Ville de Beauvais
A Digione è invece necessario intervenire sulla guglia e sulla capriata della Cathédrale Saint-Bénigne. Budget stimato: 22 milioni di euro. L’edificio gotico, la cui costruzione si concluse nel 1393, è noto soprattutto per «La Rotonde», la suggestiva cripta romanica a pianta circolare con file di colonne concentriche restaurata tra il 2020 e il 2024 (7,9 milioni di euro). La guglia si è inclinata su un lato a causa del degrado della capriata sottostante, che non riesce più a sopportarne il peso di 180 tonnellate. A partire dal 2026 i 600 pezzi che compongono la guglia verranno smontati ad uno ad uno e molte travi di legno della capriata dovranno essere sostituite: i lavori dureranno cinque anni.
Un importante cantiere di restauro è inoltre in corso nella Cathédrale Saint-Pierre di Beauvais, edificio caro ai francesi per la sua storia tormentata. La chiesa gotica, la cui costruzione iniziò nel 1225, era infatti nata per essere la più alta del mondo cristiano (il suo coro culmina a 48 metri). Ma, per via di diversi crolli durante la costruzione, nel XIII e nel XVI secolo, non fu mai terminata e subì danni anche durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1993 fu pertanto deciso di installare degli enormi tiranti per sostenere la struttura instabile ed evitare la deformazione dei pilastri.
Il cantiere prevede il restauro delle coperture e della capriata di legno del XVI secolo, oltre che l’installazione di un sistema antincendio moderno, per un budget di 17 milioni di euro. Una tappa simbolica di questo intervento, proprio mentre si festeggiano gli 800 anni della chiesa, è la rimozione delle gigantesche travi di sostegno che da oltre trent’anni attraversano la navata: l’operazione è iniziata e si concluderà nel 2026. Dal 2022 i restauratori, sotto la direzione di Régis Martin, architetto dei Monuments historiques, lavorano per consolidare l’edificio e il cantiere si protrarrà fino al 2027.
A dicembre, mentre Parigi festeggiava la riapertura di Notre-Dame dopo cinque anni di ricostruzione e restauro, l’Observatoire du Patrimoine Religieux rivelava che tra 3mila e 5mila edifici religiosi in Francia sono in pericolo. La stessa ministra Dati aveva sollevato, tra le polemiche, l’ipotesi di far pagare ai turisti un biglietto di 5 euro per entrare a Notre-Dame, in modo da destinare gli introiti al recupero delle chiese, la cui conservazione è spesso a carico dei Comuni e degli enti locali. L’ipotesi, che la ministra continua a difendere, sembra almeno per il momento accantonata. Va avanti invece il progetto di istituire un National Trust alla francese, ispirato al britannico National Trust for Places of Historic Interest or Natural Beauty, per trovare fonti di finanziamento alternative per il recupero dei monumenti a rischio.

Una veduta della Cathédrale Saint-Bénigne a Digione. © Métropole Toulon Provence Méditerranée Hortense Hébrardo
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