Elisa Carollo
Leggi i suoi articoliSi è appena conclusa una settimana dell’arte a Seul sempre più densa di eventi e sempre più internazionale. Come ha commentato Joon Yub Lee della galleria coreana Shilla: «Dopo tre anni di Frieze in città, la settimana dell’arte è diventata davvero “qualcosa di culturale”. La gente a Seul e in Corea ora attende con ansia settembre, non solo per le fiere ma anche per gli eventi e le feste». Alla sua terza edizione, Frieze Seoul ha registrato una forte affluenza con numerose vendite a vari livelli e un ricco programma di eventi e fiere satellite. Si è constatato inoltre un coordinamento migliore con la storica fiera coreana Kiaf che ha permesso un costante flusso già dalle prime ore in emtrambe le kermesse. Importante anche la presenza di gruppi di curatori e direttori di musei internazionali, anche per la concomitanza delle due Biennali di Gwangju e Busan. Sebbene i collezionisti coreani siano in genere più lenti nel prendere decisioni circa l’acquisto, questo è anche un segno di quanto sia ormai sofisticato il gusto dei collezionisti del mercato locale che gioca un ruolo importante all’interno del mercato regionale, con un valore di stimato oltre 750 milioni di dollari, come riportato dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo del Paese.
Fra le gallerie italiane presenti (soprattutto nella sezione Masters di Frieze), Mazzoleni ha presentato un bel Bonalumi blu del 1979 e una serie di Salvo, artista particolarmente amato in Corea. Luigi Mazzoleni ha commentato: «La vitalità e il fervore dei collezionisti presenti a Frieze Seoul sono impareggiabili e siamo entusiasti di incontrare molti nuovi giovani collezionisti che dimostrano sempre più interesse per i maestri italiani del dopoguerra». Una delle artiste della galleria, Rebecca Moccia, rappresenta anche l’Italia alla Gwangju Biennale. Ha puntato invece su un astratto geometrico e cinetico con l’artista Carlos-Cruz Diez, affiancato a opere di Buren, Kapoor e Pistoletto Galleria Continua. Passando alla main section, un’intera parete, stile quadreria, per Massimo de Carlo che presentava una selezione di opere di piccolo formato di artisti della galleria incluse new entries come France-Lise McGurn ma anche nomi da tempo nel roster come Tomoo Gokita. A dominare lo stand di Robilant + Voena opere iconiche di Damien Hirst e i «divi» di Andy Warhol accompagnati da una serie di Old Masters. Punta su Mimmo Paladino Cardi Gallery, il cui stand anche l’anno scorso ha avuto un notevole riscontro tra il pubblico coreano, come già prima ad Hong Kong, accompagnato da opere di Davide Balliano particolarmente conosciuti in corea (collabora infatti con la galleria con Tina Kim Gallery).
Notevole quest’anno soprattutto la presenza di collezionisti internazionali, non solo da Paesi limitrofi, ma anche dall’Europa, venuti per scoprire una scena locale sempre più ricca. Come ha commentato Patrick Lee, direttore di Frieze Seoul: «Quest’anno Frieze Seoul si è saldamente affermata come evento cardine del calendario artistico globale, attirando un’energia e un entusiasmo eccezionali da parte dei visitatori locali e internazionali».
Passando alle vendite in fiera, queste sono state su più livelli di prezzo. Hauser & Wirth ha rapidamente piazzato per 40mila euro una piccola ma elaborata opera di Ambera Wellmann dopo il suo recente ingresso nella scuderia della mega galleria, e la partecipazione ora a Gwanju, e un enigmatico ritratto di Nicolas Party per 2,5 milioni di dollari (in concominanza con la mostra dell'artista all’Ho-Am Art Museum a Yongin). Da Zwirner dominava invece una zucca di Yayoi Kusama, un Joseph Albers rosso e arancione e le iconiche luci di Félix González-Torres. White Cube ha invece venduto, fra le varie, un'opera di Antony Gormley per 550mila di sterline, un dipinto di Gabriel Orozco per 250mila sterline e un bronzo di Tracey Emin per 120mila sterline mentre un’opera al neon per 90mila sterline. Ma le vendite si sono registrate anche ad altri livelli di mercato, come per la galleria d’avanguardia coreana Cylinder che, nella sezione Focus Asia di Frieze Seoul, ha piazzato con successo otto pannelli incisi ad acquerello di Jonghwan Lee, con prezzi compresi tra 1.200-5.700 dollari.
Fra le presentazioni degne di nota premiate a Frieze, memorabile è stata l’opera video dell’artista Lu Yang «Doku–The Flow», presentato dalla galleria Parcel di Tokyo, che mescola brillantemente scenari post human, la fluidità identitaria ed espressiva del digitale e misticismo e spiritualità buddista. L’opera è stata premiata con il Focus Stand Prize mentre il Frieze Stand Prize è andato alla personale dell’artista vietnamita-americano Tuan Andrew Nguyen presentato da Galerie Quynh (continuazione di una serie di lavori scultorei e video sulla legacy presentati assieme a lavori di Calder anche al New Museum di New York con prezzi fra i 70mila e 250mila dollari). Buona affluenza e proposta anche a Kiaf, che ritorna quest’anno con 206 gallerie da 22 Paesi. Nonostante la forte presenza dei gallerie locali, si spiccavano anche alcuni nomi interazionali, come Peres Projects, che hanno preferito intenzionalmente Kiaf a Frieze in quanto fiera storica di riferimento per la Corea del Sud. Anche qui le vendite e le contrattazioni sono state decisamente più vivaci rispetto all’edizione precedente. Giá nelle prime ore di apertura la galleria italiana Cassina poteva vantare la vendita di un’opera pittorica di Alessandro Fogo per 4mila dollari a un collezionista di Hong Kong. La galleria inglese Carl Kostyal nella prima giornata haceduto due opere della pittrice newyorkese Karyn Lyons per 30mila - 40mila dollari e un’opera di Felix Treadwell con un frange di prezzo tra i 25 e i 40mila dollari. Presenti a Kiaf forse ancora piu di Frieze una serie di masterpieces come un’opera di Ed Rucha offerto per 2,3 milioni da Opera Gallery e una ampia composizione su pannelli, «The Street 4 panels» del 1998, di Botero offerta da Art of the World Gallery di Houston. In generale, le fiere e l’attività della settimana confermano una scena coreana dell’arte ancora stabile e addirittura in evoluzione e un dialogo costante con il Sudest asiatico e il resto del mondo.
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