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Frances Morris, già direttrice della Tate Modern di Londra, è stata la prima presidente della Gallery Climate Coalition

Courtesy of Tate. © Samia Meah

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Frances Morris, già direttrice della Tate Modern di Londra, è stata la prima presidente della Gallery Climate Coalition

Courtesy of Tate. © Samia Meah

Gallerie per il clima, Frances Morris alla presidenza

L’ex direttrice della Tate Modern alla guida della Gallery Climate Coalition, organizzazione non profit che fornisce linee guida sulla sostenibilità ambientale per il settore dell’arte 

 

Frances Morris, ex direttrice della Tate Modern di Londra, è stata nominata presidente della Gallery Climate Coalition (Gcc), organizzazione internazionale fondata nel 2020 da un gruppo di professionisti delle arti visive e galleristi che fornisce linee guida sulla sostenibilità ambientale per il settore dell’arte. La Gcc si pone come obiettivi primari la riduzione entro il 2030 di almeno il 50% delle emissioni di gas serra del settore delle arti visive (in linea con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C) e la promozione di pratiche a rifiuti zero. La coalizione è un ente di beneficenza riconosciuto che si fonda sulle donazioni.

Nel 2019, durante il mandato di Morris, la Tate ha dichiarato un’emergenza climatica ed ecologica e ha annunciato nelle sue quattro gallerie nuove iniziative incentrate sulla sostenibilità e rispettose dell’ambiente. «Per me una delle grandi narrazioni alla Tate è stata il modo in cui il mondo dell’arte e le istituzioni rispondono all’emergenza climatica, ha dichiarato a “The Art Newspaper”. Quando ho lasciato la Tate Modern non facevo più parte di quella conversazione o ho cercato un modo per rientrarvi. In questo momento cruciale, in cui sembra che il mondo abbia perso la testa per la crisi climatica, riprenderò il mio ruolo di sostenitore in qualità di presidente della Gcc, che è un’organizzazione non profit unica nel suo genere, perché opera in diversi settori, sostenendo interessi pubblici e privati».

Negli ultimi cinque anni la Gcc ha introdotto strumenti e risorse come il Carbon Calculator, il calcolatore di carboinio, che offre ai membri un modo gratuito ed efficace per controllare i propri consumi. «Con 18mila utenti, è diventato la base del monitoraggio dell’impatto ambientale e della strategia di decarbonizzazione delle organizzazioni artistiche», afferma la Gcc.

L’anno scorso la Gcc ha avviato una dichiarazione di impegno congiunto per le fiere d’arte e un toolkit, una «cassetta degli attrezzi», per la responsabilità ambientale, che è stato sostenuto da tredici organizzazioni in rappresentanza di più di quaranta fiere d’arte, tra cui Art Basel e Frieze. Il toolkit mira a «creare un consenso su nuovi standard operativi e strategie chiave», con l’obiettivo di dimezzare le emissioni di carbonio entro il 2030.

«Il 2025 segna il quinto anniversario della Gcc e un momento cruciale, equidistante dal suo lancio nel 2020 e dai suoi obiettivi settoriali per il 2030, si legge in una dichiarazione della Gcc. A metà di questo decennio critico per l’azione per il clima, la Gcc utilizzerà il 2025 per valutare i progressi e accelerare l'impatto». Tra i suoi trustee figurano i galleristi Thomas Dane e Kate MacGarry insieme a Victoria Siddall, direttrice della National Portrait Gallery di Londra. 

Nel 2022 è nato il ramo italiano della Gallery Climate Coalition, di cui fanno parte, tra gli altri la Thomas Dane Gallery (che ha una sede a Napoli), le milanesi Cardi Gallery e kaufmannrepetto e Palazzo Strozzi a Firenze.

 

Gareth Harris, 07 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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Gallerie per il clima, Frances Morris alla presidenza | Gareth Harris

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