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Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliIn un videomessaggio realizzato l’11 ottobre, in occasione degli Stati Generali delle Isole minori marine, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha ricordato «il lavoro del Ministero della Cultura sulla riqualificazione di Santo Stefano, nelle isole Ponziane, un carcere borbonico strutturato come panopticon, oggetto di un grande intervento di restauro che ospiterà anche un museo. Voglio rammentare anche gli scavi della Villa di Giulia a Ventotene; il nuovo Museo archeologico nazionale a Capri, gli scavi in corso a Ischia e i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ad esempio sulle ville napoleoniche dell’isola d’Elba. Molto si sta facendo e molto si farà, l’Italia è una nazione di mille piccole, uniche patrie, di cui possiamo e vogliamo favorire la confluenza in una comunità più consapevole del proprio ruolo storico, delle proprie bellezze, della propria forza».
Intervenendo al panel «Dalle carceri agli spazi culturali», Giuli ha anche sottolineato come la storia italiana sia fatta «di una grandiosa proiezione marinara, dalla Magna Grecia alla romanità, dalle Repubbliche marinare ai molteplici percorsi rinascimentali fino alle vicende moderne, che hanno definito e continuano a ridefinire gli equilibri strategici del mondo. Di tutto ciò le isole sono protagoniste: avanguardie, baluardi difensivi, punti d’approdo, luoghi di approvvigionamento, gangli del commercio, ognuna con la propria unicità di vita e cultura, ognuna pronta a fare da ponte di scambio per uomini, merci, risorse, idee».
Al panel ha partecipato anche Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del MiC, che ha dichiarato: «Uno dei temi fondamentali è quello di pensare come molte strutture che sono nate per una funzione diversa (anche seguendo una vocazione antica delle isole, quella di reclusione) possano diventare invece luoghi di connettività, luoghi di scambio, luoghi di incontro, luoghi di confronto. C’è un caso emblematico che ha una grande attenzione da parte del Governo, ed è quello di Ventotene con l’isola di Santo Stefano: un luogo straordinario dal punto di vista paesaggistico, dal punto di vista architettonico (con un panopticon unico) ma anche per quanto riguarda la storia delle reclusioni. Un intervento di riqualificazione che è stato pensato sin dall’inizio come occasione per riproporre in una parte del carcere un luogo museale, che racconti non solo la storia di quel carcere […], ma anche una storia delle reclusioni; quindi un luogo dove non solo si apprende che cosa significa la reclusione nell’insularità, ma che dia anche delle prospettive».
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