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Giusti ex Nuoro: da Man a Gamec

Arriva forte del buon lavoro svolto in Sardegna

Giusti ex Nuoro: da Man a Gamec

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Il 5 luglio scorso è stato annunciato il nome del nuovo direttore della GAMeC, successore di Giacinto Di Pietrantonio, che dal 2018 sarà membro del Cda del museo.

Dal primo gennaio a dirigere per un triennio, dal 2018 al 2020, la Galleria d’arte moderna e contemporanea della città sarà Lorenzo Giusti (Prato, 1977), dal 2012 direttore del Man di Nuoro, che sotto la sua direzione ha conosciuto una forte crescita. A sceglierlo tra i 38 candidati che nei mesi precedenti avevano aderito al bando è stata la commissione selezionatrice formata da Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici Venezia, Iwona Blazwick, direttrice della Whitechapel Gallery, Londra, e Christian Valsecchi, segretario generale della Fondazione Torino Musei e di Amaci e amministratore unico di Artissima.

Storico dell’arte, curatore di mostre ed eventi culturali, Lorenzo Giusti si è formato nelle Università di Firenze, Paris VIII e Siena. È autore di saggi sull’arte e la critica del XX e del XXI secolo e ha all’attivo esperienze curatoriali in musei pubblici e gallerie in Italia come all’estero. Quanto a Giacinto Di Pietrantonio, oltre che come membro del Cda, continuerà a collaborare con la GAMeC sul piano scientifico. Con Maria Cristina Rodeschini, direttrice della Fondazione Accademia Carrara, ed Emanuela Daffra, ex direttrice, sarà cocuratore della grande mostra che all’inizio del 2018 l’Accademia Carrara, con GAMeC, dedicherà a Raffaello e curerà il progetto monumentale che l’artista belga Jan Fabre realizzerà per l’Oratorio dei Morti della Chiesa di San Lorenzo, in Città Alta, e un’importante personale dello stesso artista che si terrà alla GAMeC alla fine del 2018. Per Lorenzo Giusti sarà un sfida importante.

Dottor Giusti, qual è il suo bilancio dell’esperienza in Sardegna? 
In cinque anni abbiamo arricchito di nuclei significativi la collezione del Man, oggi fruibile in buona parte negli spazi del Museo Ciusa (riaperto dal Man nell’agosto 2016, Ndr). Ma soprattutto abbiamo attuato un ricco programma di mostre, portato avanti per trilogie: quella dei maestri svizzeri (Klee, Arp, Giacometti), quella sulla Street photography (Maier, Winogrand, Abbott), quella sui movimenti dell’avanguardia storica, che si concluderà nel 2018 con una mostra sulle donne futuriste, dopo i progetti dedicati all’Espressionismo tedesco e alle coppie di artisti dell’avanguardia russa, e quella sulla produzione artistica in Sardegna negli ultimi sessant’anni. A queste si sono affiancati i tanti progetti di artisti contemporanei.

In questa programmazione quale ruolo ha l’arte contemporanea?
Centrale direi. I progetti degli artisti contemporanei, la maggior parte dei quali sviluppati a partire da un periodo di conoscenza dell’isola, hanno aperto importanti finestre di riflessione sull’attualità, oltre che sull’eredità nel nostro tempo dei linguaggi storici dell’avanguardia. Progetti di artisti internazionali (Roman Signer, Thomas Hirschhorn, Hamish Fulton, Michael Hoepfner, Michel Blazy, Jennifer West, Jakub Julian Ziolkowski, Zanele Muholi, Petra Feriancová) a cui si sono aggiunti i focus sugli autori italiani, le collettive «The Camera’s Blind Spot», «Passo a Due» e «Post Scriptum», la grande retrospettiva dedicata a Maria Lai e tante attività di mediazione e didattica.

Quali saranno le sue prime mosse a Bergamo? 
Ritengo che ogni contesto abbia le proprie specificità e quindi richieda sensibilità diverse. Bergamo è una città stimolante, dove risiedono artisti, curatori, collezionisti, in cui sono presenti musei, scuole e accademie con cui creare sinergie. Per la GAMeC immagino un dialogo tra una modernità che può rimontare sino alle prime sperimentazioni delle avanguardie del Novecento e un contemporaneo inteso in senso multidisciplinare, accompagnato da uno sguardo sperimentale attorno alla collezione. Senza tralasciare l’attività di ricerca e l’attenzione verso il pubblico: le attività di mediazione e didattica, così come i «public program» hanno un ruolo cruciale per la relazione fra museo e comunità.
 

Giusti ex Nuoro: da Man a Gamec, 10 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

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