Fino al 28 giugno la Galleria Paolo Antonacci propone la mostra «Animalia», che riunisce una sessantina di disegni di animali su carta. Qualche pezzo è stato eseguito nel ’700, ma la maggior parte è stata realizzata tra l’800 e i giorni nostri. Tutti provengono da un collezionista romano, che a questa raccolta riunita a partire dalla fine degli anni ’80 aveva destinato uno studiolo nella sua dimora.
Tra gli autori di una fauna che desta ammirazione per qualità e bellezza, ci sono Toulouse-Lautrec, Paul Gauguin, Giulio Aristide Sartorio, un nucleo di mano di Duilio Cambellotti, Adolf Hirémy-Hirschl, ma anche artisti che con il loro linguaggio non naturalista ma visionario, come Alberto Savinio, Giorgio de Chirico e Domenico Gnoli, trasformano il soggetto in una sorta di «doppio» dell’uomo con i suoi aspetti caratteriali più bizzarri, oppure lo portano su un piano surreale come Man Ray. Da Cleto Polcina, gallerista di punta tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 a Roma, che trattava, tra gli altri, Cy Twombly, Enzo Cucchi e André Masson, provengono una pulce capelluta con le mammelle (1945) del maestro surrealista belga e una composizione di uccelli tratteggiati a matita, frutto dell’ironica fantasia (1919) di Paul Klee.
Conclude idealmente la raccolta un collage di Pietro Ruffo raffigurante due libellule: una stilizzata e di un giallo acceso, l’altra finemente disegnata. «Amo molto la mia collezione, che mi ha dato sempre un grande godimento: mentre lavoravo, leggevo, conversavo con qualcuno, la osservavo e scoprivo sempre nuovi dettagli, nuovi significati, ha dichiarato il collezionista. Ma non ho mai potuto amare un animale vero»