Fino al 20 aprile, Fotografiska Berlino presenta «Rinko Kawauchi - a faraway shining star, twinkling in hand». Curata da Jessica Jarl, la selezione di immagini è un invito a immergersi nell’immaginario della fotografa giapponese, a radicarsi nel momento presente e ad apprezzare le piccole cose del quotidiano.
Nata a Shiga, Giappone, nel 1972, e arrivata sulla scena internazionale nel 2001, dopo aver vinto il premio Kimura-Ihei-Prize e aver immediatamente pubblicato tre libri fotografici, Kawauchi si è rapidamente distinta (ha poi pubblicato altri 27 libri negli ultimi vent’anni) per la sua capacità di raccontare una storia con immagini che appaiono tutto, fuorché descrittive.
Lirici, sereni e surreali, i suoi scatti sono accomunati non tanto da un tema o da un soggetto (al contrario, tende a fotografare ciò che la circonda e la ispira), ma dall’atmosfera quasi astratta in cui la luce brillante e i toni chiari contribuiscono a esaltare la bellezza di momenti all’apparenza ordinari. Il fatto che Kawauchi scriva poesie nello stile haiku non sorprende: con una composizione all’apparenza semplice, le sue immagini sono capaci di suscitare un senso di profonda catarsi emotiva. Si distoglie lo sguardo dalle sue opere con una sensazione di serenità e pace e con il desiderio (e, in un mondo in cui la frenesia è un dato di fatto, la sfida) di imparare a lasciare andare ciò che non è importante per concentrarsi sul bello che ci circonda.
Focus della mostra berlinese è la serie «M/E» (Mother Earth o Madre Natura), nata nel 2019 durante un viaggio in Islanda, motivato dal bisogno di Kawauchi di rallentare e riflettere nella natura. Nel paesaggio dominato da geyser e ghiacciai, Kawauchi ha provato «una connessione con questo pianeta mai sentita prima», un sentimento che ha ispirato le fotografie scattate in Islanda e poi, durante la pandemia, nell’isola giapponese di Hokkaido. Ne risultano immagini suggestive di imponenti fenomeni naturali, che ci ricordano la precarietà della condizione umana di fronte alla bellezza del pianeta. Al contempo, però, le opere di Kawauchi, i dettagli dei ghiacciai, ci mettono di fronte alla realtà del riscaldamento climatico e al nostro ruolo nell’ecosistema.
Anche il Covid-19, e il rallentamento forzato che ha imposto alle nostre vite, ha impattato il progetto. Dopo una decade di sconvolgimenti pubblici, come il terremoto del 2011, e privati, tra cui il diventare madre, la fotografa si è concessa nel 2020 una pausa: «passare lunghi periodi a casa per la prima volta in anni mi ha ricordato la mia infanzia. Le lunghe ore dopo la scuola e le vacanze estive infinite», ha affermato l’artista. La serie «M/E» include racconti intimi della quotidianità della casa, dai pasti consumati ai giochi dei bambini.
Tramite una selezione di fotografie e video, «a faraway shining star, twinkling in hand» offre così al pubblico una prospettiva unica sulla filosofia dell’artista giapponese.