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Al Museo di Santa Giulia di Brescia la cinquantennale carriera del fumettista e artista milanese
- Sanzia Milesi
- 29 settembre 2025
- 00’minuti di lettura


Guido Crepax, «Valentina Intrepida», 1972
Guido Crepax oltre Valentina
Al Museo di Santa Giulia di Brescia la cinquantennale carriera del fumettista e artista milanese
- Sanzia Milesi
- 29 settembre 2025
- 00’minuti di lettura
Sanzia Milesi
Leggi i suoi articoliSe c’è un nome femminile che deve tutto il suo portato di erotismo alla matita di un disegnatore questo è Valentina. Un’icona senza tempo del fumetto italiano, nata dal genio dell’artista milanese Guido Crepax (Crepas all’anagrafe, 1933-2003) sulle pagine della rivista «Linus» nel 1965 e da allora cresciuta come emblema di una desiderabilissima «donna fatale» per un pubblico internazionale di ogni età. Probabilmente più nota dell’attrice del cinema muto statunitense che ne ispirò le fattezze, ovvero la showgirl del Kansas classe 1906, Luise Brooks, il suo rigoroso taglio a caschetto e la sua ordinatissima chioma corvina, il suo sguardo magnetico e intrigante e le sue movenze sempre sensualissime sono entrati nell’immaginario collettivo. Seduttiva e indipendente, spesso ritratta nuda (e per questo oggetto di richiami delle riviste al suo autore), Valentina fu di certo «regina indiscussa» nella vita del disegnatore milanese. Come molti sanno, il «padre» di Valentina ne fu in realtà anche il marito.
È infatti dalla moglie Luisa Mandelli (1937-2020) che Guido Crepax attinse sembianze ed esperienze (come l’anoressia, per esempio), per dare veridicità e reale consistenza alla propria eroina di carta. «Mia madre era allo stesso tempo lusingata e gelosa di quella donna di carta inventata da papà», ebbe a dichiarare ai giornali la figlia Caterina nel 2018. Studi da architetto e passato da pubblicitario (Palma d’Oro nel 1957 per la campagna Shell), la cinquantennale carriera di Crepax però certo non si limitò a questa (seppur fondamentale) figura. È così che, dal 30 settembre al 15 febbraio 2026 al Museo di Santa Giulia, la «Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003» mira a descriverlo a tutto tondo, seguendo il filo temporale della sua evoluzione artistica. Promossa da Fondazione Brescia Musei in collaborazione con l’Archivio Crepax e curata da Alberto Fiz e Ilaria Bignotti, con la collaborazione di Camilla Remondina, la rassegna si prefigge di mettere in evidenza, spiegano i promotori, «l’importanza di un autore che non solo ha trasformato il linguaggio del fumetto, di cui è stato maestro indiscusso, ma ha avuto un ruolo significativo nell’arte e nella cultura italiana del dopoguerra». Lo fa attraverso un percorso cronologico, in sette sezioni e 150 opere (alcune delle quali mai esposte) tra cui un centinaio di tavole originali, bozzetti e disegni, progetti pubblicitari, storyboard di film e giochi, oltre 300 copertine e i costumi teatrali per la «Salomè » di Paolo Scheriani (2000) e per la «Lulù» di Alban Berg diretta da Mario Martone (2001).