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«Smooth silk», una fotografia tratta dalla serie «Asia Bistro - Made in Rice» (2022) di Hiền Hoàng

Cortesia dell’artista © Hiền Hoàng

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«Smooth silk», una fotografia tratta dalla serie «Asia Bistro - Made in Rice» (2022) di Hiền Hoàng

Cortesia dell’artista © Hiền Hoàng

Hiền Hoàng è la vincitrice del Foam Paul Huf Award 2024

Il linguaggio audace e versatile dell’artista vietnamita, residente ad Amburgo, ha avuto la meglio sugli altri nove finalisti della 18ma edizione del premio

Gilda Bruno

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È l’artista multidisciplinare Hiền Hoàng (1990, Vietnam) ad aggiudicarsi il Foam Paul Huf Award 2024, tra i maggiori riconoscimenti internazionali dedicati ai talenti emergenti della scena fotografica odierna, organizzato su base annuale dal Foam di Amsterdam e oggi giunto alla sua 18ma edizione. Ad annunciarlo è stata la stessa istituzione alle 16:00 del 13 giugno, parlando di come «le sorprendenti installazioni di Hoàng, il suo utilizzo di medium differenti e la sua estetica visiva stratificata abbiano messo il suo lavoro in risalto sin dall’inizio».

Attiva all’intersezione tra fotografia, scultura, video, installazione e performance, Hoàng riflette l’essenza cangiante e intersezionale della tradizione visiva corrente, reiventandola dall’interno. Selezionata dalla giuria di quest’anno tra le oltre 100 personalità proposte da 24 nominator internazionali, Hoàng, il cui lavoro è stato raccomandato dalla ricercatrice d’arte e curatrice indipendente Aldeide Delgado, è la prima artista sud-asiatica a ricevere il Foam Paul Huf Award.

Fornendosi di uno stile sensorio e surreale, nel suo progetto «Asia Bistro - Made in Rice», l’artista vietnamita esacerba i luoghi comuni proiettati dallo sguardo occidentale sul mondo asiatico in vignette vivaci ma sarcastiche. Se nell’immaginario europeo e nordamericano le statuette dorate note come maneki neko, o «gatto della fortuna», diventano sinonimo della ristorazione orientale, nei racconti visionari di Hoàng, la loro presenza si fa simbolo di un’eredità culturale ben più ampia e troppo spesso ridotta a cliché erronei. Con «Scent from Heaven» (2023), Hoàng si riconnette alla sua terra natale in un’analisi critica del commercio del legno di agar, famoso per la sua resina fragrante utilizzata in incensi, profumi e medicinali in tutto il mondo.

Composta da John Fleetwood, Anna-Alix Koffi, Kathrin Schönegg, Sunyoung Kimis e dal fotografo Felipe Romero Beltrán, vincitore della scorsa edizione, la giuria del premio ha riconosciuto alle sue fotografie l’abilità di «sottrarsi alla staticità di una superficie piana per evocare un momento che scorre liberamente, emettendo emozioni e alimentando il potere della connessione».

La menzione speciale del Foam Paul Huf Award 2024 va all’artista australo-iraniana Hoda Afshar, la cui serie «In Turn» si erge a testimonianza del coraggio e della determinazione delle donne iraniane nella loro lotta per i diritti sotto il regime islamico dell’Ayatollah Ali Khamenei. Tra i finalisti, anche le nostrane Eleonora Agostini e Silvia Rosi oltre a Hicham Gardaf, Katrin Koenning, Mari Katayama, Oleg Savunov, Tarrah Krajnak e Tereza Zelenkova.

Hoàng vince una borsa di studio di 20mila euro e l’opportunità di esporre il suo lavoro al Foam nel 2025. «Posizionato tra arte e scienza, il mio lavoro analizza le narrazioni e i ricordi associati alla natura, racconta l’artista. Questo premio mi esorta ad addentrarmi ulteriormente in queste tematiche complesse».

Il lavoro dell’artista è stato esposto a Torino fino al 2 giugno presso lo spazio Mucho Mas!, in occasione della prima edizione del festival di fotografia Exposed.

Fermo immagine tratto dalla video performance a tre canali «Made in Rice» (2021) di Hiền Hoàng. Cortesia dell’artista © Hiền Hoàng

Gilda Bruno, 18 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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