Rachele Maistrello, «Gao Yue (doc #01, 1999)», stampa 2019, collezione MaXXI

Cortesia di Rachele Maistrello

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Rachele Maistrello, «Gao Yue (doc #01, 1999)», stampa 2019, collezione MaXXI

Cortesia di Rachele Maistrello

I «diamanti» di Gao Yue lucidati da Rachele Maistrello

Da Artopia Gallery è esposta «Black Diamonds», la terza serie realizzata dall’artista veneta sulla base di alcuni documenti riguardanti le vicende dell’atleta cinese negli anni Novanta

Vi è mai capitato di ricevere in dono o trovare casualmente (anche se il caso non è mai indipendente dalla ricerca) un archivio di documenti, fotografie, appunti scritti a mano, lettere consumate dall’usura e intraprendere quel difficile esercizio di ricostruzione delle fonti? Un intreccio labirintico che dev’essere sbrogliato nell’incertezza dell’interpretazione, nel dubbio latente di lacune impossibili da colmare.

Era il 2018 quando Rachele Maistrello (Vittorio Veneto, Tv, 1986) ricevette il primo faldone di documenti riguardanti le vicende di Gao Yue, un’ex atleta assunta dall’azienda Green Diamond di Pechino. L’obiettivo professionale di Yue era quello di sperimentare sulla propria pelle microchip in grado di stimolare reazioni e stimoli interconnessi alla natura, in persone obbligate in spazi chiusi e artificiali (il fruscio del vento che accarezza il corpo, il calore del sole che intiepidisce le spalle). Maistrello si trova in mano il carteggio tra l’ex atleta e Li Jian Ping, il tecnico responsabile dell’apparato tecnologico che la stessa Yue stava testando. Lettere d’amore nella Repubblica Popolare Cinese degli anni Novanta, ed è da questo epistolario e dalle vicende lavorative di Gao Yue, ricostruite attraverso la documentazione pervenuta a Maistrello, che nasce la saga «Diamond» strutturata in tre capitoli, «Green Diamond» (2019-21), «Blue Diamond» (2021-23) e «Black Diamond».

La mostra «Ordinary Wounds 平凡的伤痕», visibile fino al 31 gennaio a Milano da Artopia Gallery, è accompagnata da un testo di Elena Forin e sintetizza questi otto anni di costante ricerca.

Come in tutte le saghe la biografia dell’eroina è svelata nel tempo (nel 2021 Maistrello viene in possesso di altri documenti): nel frattempo la Green Diamond chiude i battenti e Gao Yue si trova coinvolta in un’altra ricerca, questa volta alla Blue Diamond, un’azienda che studia i cetacei e la loro capacità di misurare e orientarsi nello spazio degli abissi oceanici. Anche in questo caso Gao Yue testa i limiti e le potenzialità inespresse dei propri sensi. La dimensione degli abissi apre a un nuovo sapere, la capacità di esperire lo spazio viene riformulata grazie ad una mutata disponibilità sensoriale. Il corpo di Yue, durante i tre capitoli della saga, viene stressato per trasformarsi in territorio di sperimentazione e strumento di verifica.

Nella mostra, attualmente in corso, vengono esposte solamente le fotografie e i video realizzati da Rachele Maistrello tra 2018 e il 2024, la parte documentale che aveva caratterizzato l’esposizione del capitolo «Blue Dimond» al Pac di Milano e al MaXXI di Roma, viene omessa per riaffermare l’autonomia della narrazione fotografica. Maistrello riprende uffici dal sapore tardo novecentesco, grotte di stalammiti, macchinari elettronici, strumenti di lavoro, quell’immaginario geografico su cui la ricerca di Gao Yue si sedimenta materializzando un interrogativo che percuote ogni singolo scatto: si possono riscrivere i confini della percezione?

Il progetto «Diamonds» diventa così un laboratorio, una ricerca labirintica all’interno della quale il pubblico è invitato a perdersi. Immagini disorientanti che svelano la dimensione onirica della percezione. Come nell’ultimo capitolo «Black Diamonds» in cui, grazie a Gao Yue, Maistrello viene in possesso di un file audio di Fen Lin, un nuovo personaggio della saga. L’artista, nel video «Darklines» (2024) proiettato per la prima volta in mostra, affronta un’inquietante possibilità: saremmo disposti a riconfigurare la nostra memoria eliminando alcuni importanti traumi e il ricordo famigliare ad essi corrispondente? Saremmo quindi disposti a riscrivere la nostra biografia per liberarci dal fardello dei nostri demoni?

Ogni capitolo della saga è un abisso in cui sprofondare, un avvicinamento alla nostra compassione, all’anima o alla sua totale assenza, a tutto quello che vorremmo conoscere ma ci è negato sapere. 

Una veduta della serie «Green Diamond» di Rachele Maistrello presso il museo MaXXI nel 2021. Fotografia di Luis Do Rosario, cortesia del museo MaXXI e l’artista

Andrea Tinterri, 29 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

I «diamanti» di Gao Yue lucidati da Rachele Maistrello | Andrea Tinterri

I «diamanti» di Gao Yue lucidati da Rachele Maistrello | Andrea Tinterri