È una piccola antologica di un campione dell’astrattismo italiano, quella messa in piedi, dal primo al 29 marzo dalla Galleria Lombardi di Roma, sotto l’egida di un titolo che è un programma di arte e di vita: «Giulio Turcato. Libertà e felicità».
Circa 30 opere del pittore nato a Mantova nel 1912, e morto nel 1995 a Roma (dove si era trasferito nel 1943), raccontano tutte le sperimentazioni di linee, colori e materiali di un artista, in occasione del trentennale della sua morte. La mostra, curata da Lorenzo ed Enrico Lombardi, prende avvio con i rari «Comizi» del 1948 (sintesi astratto figurativi di impegno civile), per approdare ai «Reticoli» (ragnatele di linee su campo monocromo), agli «Itinerari» (guizzanti filamenti di luce-colore), alle «Superfici lunari» (gommapiume con crateri), ai «Paesaggi archeologici» (stratificazioni della pittura e di Roma), agli «Arcipelaghi» (danza di masse) e ai collage (di carta moneta).
Alla sua arte sono stati associati tanti nomi: Matisse, Klee, Kandinskij, Pollock, Miró, Balla. Ciò che connotava la fantasia creatrice di Giulio Turcato era infatti la capacità di far suoi i linguaggi del secolo delle avanguardie pittoriche per elaborare mondi altri, tutti all’insegna, come recita il titolo della mostra, della libertà e della felicità. Qualità dell’anima che in Turcato si fecero motore di una ricerca permanente delle possibilità espressive del colore e della linea.
Scrive Guglielmo Gigliotti in catalogo: «La sua presenza fu così brillante, la sua pittura così fresca, il suo ingegno così fertile, e il suo carattere così felice, che di questi trent’anni sembra quasi non potersi sentire la portata. La sua pittura è la sua eredità viva. Basta guardare bene i quadri in mostra: palpitano e sorridono, tra limpidi chiarori e ombre misteriose, tra campiture vibranti e arabeschi casuali di linee saettanti, tra “superfici lunari” profonde come l’inconscio e geometrie quasi infantili». Il catalogo della mostra reca anche l’ultimo testo scritto da Giancarlo Limoni, pittore e amico intimo di Turcato, deceduto questo febbraio. A lui è dedicata la mostra.