A poco più di dieci anni dall’apertura al pubblico (fine 2012), li Castello Gamba di Châtillon, sede della collezione d’arte moderna e contemporanea della Regione autonoma Valle d’Aosta, si è dato l’obiettivo di diventare polo del contemporaneo nella Vallée. Il progetto culminerà in un riallestimento totale che sta interessando l’istituzione di pari passo con una campagna di nuove acquisizioni, attente in special modo all’ottica «femminile» e ai temi ambientali. Un’operazione volta a inserire il museo nel vivo del dibattito artistico in atto.
Testimone di questa identità in via di ridefinizione è, ad esempio, l’installazione «Orbita» di Massimo Uberti (progetto vincitore al Pac 2020), che accoglie i visitatori del castello dal 2022. La collezione permanente include opere di Casorati, Severini, la «Battaglia» in legno e stucco di Lucio Fontana, un importante bronzo di Arturo Martini («Ercole», 1936) e poi opere di Testori, Guttuso, Carol Rama, Nespolo, Paladino, Schifano (che nel 1988 fece una residenza d’artista ad Aosta), Isgrò, Sottsass e molti altri ancora. Il museo dispone inoltre di alcuni significativi fondi fotografici di maestri quali Ascolini, Basilico, Cresci, De Biasi e Ghirri che permettono e motivano la frequente programmazione di mostre fotografiche del Castello.
Fino all’8 dicembre è visitabile «Terza Vita», mostra fotografica di Mar Sáez (Murcia, 1983), artista con una formazione in Psicologia e Comunicazione audiovisiva alle spalle, che indirizza la sua ricerca verso la biopolitica e la complessità di genere. Esito della residenza romana dell’artista spagnola, vincitrice nel 2021 di una borsa di studio dell’Accademia di Spagna a Roma, la serie «Terza Vita» documenta la rinascita delle relazioni interpersonali (soprattutto tra giovani e adolescenti) dopo l’isolamento imposto dalla pandemia di Covid-19. «Tra fotografia, video e installazioni sonore, “Terza Vita”, spiega la curatrice della mostra Laura Tota, non rappresenta solo un progetto artistico, ma una riflessione profonda sul concetto di libertà e sull’importanza delle relazioni umane in tempi di crisi. L’eternità di Roma e la fragilità dell’adolescenza si fondono in una narrazione che celebra la resilienza umana e la capacità di ritrovare la speranza anche nei momenti più difficili».