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Torey Akers
Leggi i suoi articoliLa Getty Foundation ha inaugurato questo mese un’iniziativa internazionale pluriennale, volta a sostenere giovani professionisti e artisti visivi emergenti nel loro impegno verso la giustizia climatica. Il programma, denominato Getty Global Art and Sustainability Fellows, coinvolgerà quindici istituzioni scientifiche e culturali distribuite nei sei continenti.
I borsisti selezionati saranno chiamati ad affrontare tematiche cruciali legate alla sostenibilità e alla resilienza climatica nel settore del patrimonio culturale, sviluppando i propri progetti in due ambiti strategici all’incrocio tra arte e scienza: da un lato, la conservazione di siti e collezioni minacciati dal riscaldamento globale; dall’altro, l’elaborazione di opere interpretative (tra commissioni pubbliche e residenze d’artista) volte a sensibilizzare il pubblico sulle questioni ambientali.
Tra le istituzioni partner figurano l’Accademia di Atene, la Bibliothèque nationale de France a Parigi, il Guggenheim Bilbao, la James Cook University in Australia, il Museu Paraense Emílio Goeldi e Pivô in Brasile, l’Image Permanence Institute del Rochester Institute of Technology, il programma Photosynthesis a Denniston Hill (New York), il Singapore Art Museum, la National Gallery Singapore, l’Institute for Sustainable Heritage dell’University College London, Luma Arles, il centro Srihatta-Samdani in Bangladesh, la Tate St Ives e The Mothership in Marocco.
Il lancio dell’iniziativa arriva pochi giorni dopo la pubblicazione di un’allarmante analisi condotta dal Priestley Centre for Climate Futures dell’Università di Leeds, secondo cui l’umanità avrebbe meno di tre anni per invertire la rotta verso la catastrofe climatica prima di superare la soglia critica dell’aumento di 1,5 °C. Alla luce dei devastanti eventi climatici estremi che si stanno moltiplicando su scala globale, tra cui i recenti incendi a Los Angeles che, lo scorso gennaio, hanno lambito i terreni della Getty Villa, la Fondazione Getty sceglie un approccio tanto proattivo quanto creativo a una crisi complessa e stratificata. Nel frattempo, dopo una chiusura di 5 mesi, la Getty Villa ha riapre con la mostra «The Kingdom of Pylos: Warrior-Princes of Ancient Greece» (28 giugno-12 gennio 2026) prima grande esposizione in Nord America sui Micenei.
«Avviamo questo programma in un momento di crescente preoccupazione globale per le minacce climatiche e per l’urgenza di soluzioni concrete. Continuiamo a credere che l’arte possa svolgere un ruolo inatteso ma straordinariamente efficace in questa riflessione», ha dichiarato Katherine Fleming, presidente e amministratrice delegata del J. Paul Getty Trust.
I progetti realizzati nell’ambito della borsa di studio saranno molto vari per portata e orientamento. Il Museo Guggenheim di Bilbao accompagnerà i vincitori nella loro partecipazione al gruppo interdisciplinare GU-Zero Sustainability, che lavora per consentire all’istituzione di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030.
L'Institute for Sustainable Heritage dell'University College London collaborerà con il Victoria and Albert Museum per aiutare i borsisti a esplorare nuovi metodi per ridurre le «emissioni Scope 3», ovvero le emissioni indirette legate alle attività di un’organizzazione, ma che sfuggono al suo controllo diretto.
Alla James Cook University, nel Queensland settentrionale, in Australia, Scott Heron, professore di fisica e titolare della cattedra Unesco sulla vulnerabilità del patrimonio naturale e culturale ai cambiamenti climatici, guiderà i borsisti nella valutazione dei rischi climatici e nell’attuazione di strategie di prevenzione nei siti patrimoniali. «Il settore del patrimonio ha urgente bisogno di professionisti formati sulle questioni ambientali. Il nostro primo borsista Getty Global si concentrerà sull'ampliamento della formazione per accelerare l’attuazione dell’indice di vulnerabilità climatica (CVI) nelle zone più esposte in tutto il mondo, dichiara Heron. Stiamo inoltre collaborando con le popolazioni indigene per adattare l'approccio CVI alle loro visioni ed esperienze specifiche».
I vincitori, provenienti da diverse discipline, beneficeranno di un accompagnamento di due anni per portare a termine il loro progetto. Ogni istituzione partner potrà ospitare fino a tre borsisti, in modo consecutivo. «I partner sono stati selezionati per la loro capacità di far progredire la ricerca all’intersezione tra patrimonio e questioni ambientali. Siamo convinti che la loro partecipazione al programma contribuirà a far emergere iniziative strutturanti e innovative, ha sottolineato Camille Kirk, direttrice della strategia ambientale del Getty. Non vediamo l’ora di riunire questi esperti per favorire gli scambi, incoraggiare le collaborazioni e mettere in luce le ripercussioni regionali, nazionali e globali del loro lavoro, rafforzando al contempo la capacità di adattamento del settore culturale alle sfide ambientali».
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