Margherita Fochessati
Leggi i suoi articoliDal 22 marzo al 15 luglio il Museo della Ceramica di Savona ospita la mostra «Arturo Martini. La trama dei sogni. Tessuti, dipinti, ceramiche», ideata e promossa dall’Associazione Lino Borzoini, Centro per lo studio e lo sviluppo dell’arte e da Fondazione Museo della Ceramica di Savona, a cura di Carla Bracco con la collaborazione di Magda Tassinari e Donatella Ventura, con il contributo scientifico di Wolfsoniana-Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova e del Museo Luigi Bailo di Treviso e con il sostegno di Fondazione A. De Mari e del Comune di Savona.
La rassegna nasce dalla scoperta, avvenuta a Savona, di 6 opere tessili di Arturo Martini, sino ad oggi conosciute solo come disegni citati dalla letteratura critica. I tappeti, le cui decorazioni si sviluppano intorno a tre soggetti principali, Ofelia, Il Veglione e Il Circo/I saltimbanchi, articolati in diverse varianti, vennero progettati alla fine degli anni Venti da Martini e realizzati dalla Mita-Manifattura italiana tappeti artistici di Genova Nervi, per la neonata azienda di arredamento Diana-Decorazioni Industrie Artistiche Nuovi Arredamenti dell’architetto Mario Labò. Ognuno degli esemplari esposti in mostra affronta con tecniche esecutive differenti temi analoghi quali il sogno, la fiaba e l’infanzia, soggetti ricorrenti nella produzione dell’artista, in particolare dopo la nascita della sua prima figlia nel 1921, così come il tema del gioco, tra circo, teatro e melodramma.
Incentrata sul rapporto tra Martini e l’arte tessile, sviluppato durante gli anni trascorsi tra Albisola, Genova e Vado Ligure, dove l’artista trevigiano visse tra il 1920 e il 1932, la mostra analizza l’intero percorso di progettazione ed elaborazione dei 6 tappeti condotto in sinergia da Martini e dalla manifattura genovese. Partendo dal disegno, sovente ripreso in esecuzioni a stampa e sviluppato nella «messa in carta», per poi focalizzarsi sull’analisi tecnica dei materiali, dal procedimento di annodatura del filo di lana fino all’esito formale dell’opera, viene delineato l’iter progettuale delle uniche opere tessili di Arturo Martini di cui ad oggi si posseggono esemplari e di cui, grazie alla collaborazione con la Wolfsoniana-Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova, con il Museo Bailo di Treviso e con il Museo del Paesaggio di Verbania, sono mostrati i tre bozzetti esecutivi dei tappeti esposti oltre a un quarto soggetto, Bagnanti, ancora privo del corrispettivo in tessuto.
Ad affiancare il nucleo delle opere tessili, a testimonianza della vivace stagione che caratterizzò lo sviluppo delle arti applicate nella Liguria del primo dopoguerra, di cui la manifattura Mita costituisce uno dei più virtuosi esempi, sono esposti lavori in ceramica, terracotta, gesso e bronzo oltre a diverse realizzazioni pittoriche e grafiche, per un totale di circa 50 opere, allestite in piccola parte anche negli spazi della Pinacoteca Civica di Savona.
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