Fino al primo giugno, la mostra «The Kremer Collection: A Shared Love» espone allo Stedelijk Museum di Alkmaar 50 opere del Secolo d’Oro provenienti dalla celebre collezione privata della famiglia Kremer, che ha raccolto in 30 anni circa 100 capolavori olandesi e fiamminghi firmati tra gli altri da Rembrandt, Pieter De Hooch, Frans Hals, Michael Sweerts e Judith Leyster.

La vera notizia è che si potrebbe però trattare di un prestito a lungo termine. Come afferma la direttrice dello Stedelijk Alkmaar Marrigje Rikken, la virtuosa collaborazione andrebbe a integrare le collezioni pubbliche traghettando il museo nella rosa delle principali istituzioni dei Paesi Bassi focalizzate sull’arte del Seicento. Inoltre, data la scarsità di spazio aggiungerebbe incontrovertibili motivazioni al lungamente atteso ampliamento della sede, necessario a dedicare maggiore attenzione ai visitatori attraverso convegni, attività didattiche e mostre temporanee.

«Seguiamo lo Stedelijk Museum Alkmaar da tempo, afferma George Kremer, titolare della Kremer Pigmente, un’azienda di articoli per le Belle arti. Siamo entusiasti della sua ambizione e dei suoi progetti di espansione tesi ad attrarre un pubblico più vasto. È anche per questo che mia moglie Ilone, mio figlio Joël e io abbiamo valutato una presentazione a lungo termine della nostra collezione. Il nostro obiettivo è sempre stato condividere con quante più persone possibile l'amore e il piacere di ogni opera che abbiamo acquistato. Questa missione si lega molto bene ai progetti del museo e siamo fiduciosi che questa collaborazione accrescerà l’impatto di questo splendido museo non solo nell’ambito dei Paesi Bassi».

Nata nel 1994, la collezione Kremer propone un ampio ventaglio di generi e temi, dai paesaggi ai soggetti storici, dall’arte italiana ai ritratti. Assoluto highlight è il dipinto giovanile di Rembrandt «Busto di vecchio con turbante» (1627-28), ma grande importanza riveste anche il vasto nucleo collezionistico dedicato ai caravaggisti del Nord. La collezione si pone tra l’altro all’avanguardia nello sviluppo e nell’uso di tecnologie emergenti che consentono al pubblico fruizioni sperimentali del patrimonio culturale. Nel 2016 infatti Joël Kremer ha lanciato l’idea di un museo virtuale fruibile attraverso visori Vr che si è poi concretizzata nel Kremer Museum, immaterialmente progettato dall’architetto Johan van Lierop, stretto collaboratore di Daniel Libeskind. Nel 2024 questa pionieristica fruizione ha dato vita, grazie al supporto tecnico di Moyosa Media e all’insegna dell’interattività, al sito.