Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Antonio Aimi
Leggi i suoi articoliIl 20 giugno scorso l’Inah (Instituto Nacional de Antropología e Historia) ha annunciato che nel Campeche orientale (Messico) è stato individuato il centro cerimoniale di una città maya sconosciuta, a cui è stato dato il nome di Ocomtún (Colonna di Pietra). La scoperta è il risultato della prima campagna di ricerche sul campo del progetto «Ampliando el panorama arqueológico de las Tierras Bajas Centrales Mayas», che vede la partecipazione dell’Inah stesso, del Ministero della Cultura del Messico e del Centro Ricerche dell’Accademia Slovena di Scienze e Arti.
Tutto è partito da una scansione fatta con il Lidar (una sorta di radar che viene montato su droni o aerei per vedere ciò che si trova sotto la vegetazione o sotto lo strato più superficiale del terreno) nel marzo del 2023 dal National Center for Airborne Mapping dell’Università di Houston, che ha permesso di individuare diverse costruzioni all’interno della riserva ecologica di Balamku.
A partire da questi dati, una squadra di specialisti guidata da Ivan Sprajc, invece di limitarsi a fare ipotesi sulle immagini del Lidar*, ha deciso, giustamente, di addentrarsi per 60 km nella foresta pluviale per fare un primo survey di superficie. Da queste ricerche è emerso che il centro cerimoniale di Ocomtún si estende per oltre 50 ettari ed è caratterizzato da piazze, grandi edifici e da resti di strutture a forma di piramide, la più alta delle quali, probabilmente, raggiungeva i 25 metri.
Da ciò che rimane e dai frammenti di terracotta ritrovati in superficie e in alcuni scavi preliminari Sprajc ha concluso che la città doveva avere un ruolo importante, a livello regionale, durante il Periodo Classico (300-900 d.C.). Lo specialista ha anche ipotizzato che alcune modifiche nell’architettura della città fatte alla fine di questo periodo potrebbero essere il risultato della crisi che caratterizzò quasi tutte le città maya dei Bassipiani e che portò al collasso della cultura maya del Periodo Classico.
* Sui vantaggi e i problemi legati all’utilizzo di questo strumento, leggi anche:
Le enormi piattaforme maya di Aguada Fénix

Un bassorilievo rinvenuto nel sito di Ocomtún

Ivan Sprajc, l’archeologo sloveno che guida la squadra di specialisti che ha lavorato ad Ocomtún
Altri articoli dell'autore
Chiusa nel 2021, riapre domani al museo di New York una delle collezioni di antropologia più importanti al mondo: 1.850 reperti di arte dell'Africa, dell'Oceania e delle Americhe, allestiti su 3.700 metri quadrati da Why Architecture
Chiusa dal 2021 per lavori, l’ala riservata all’arte dell’Africa, dell’Oceania e delle Americhe sarà nuovamente accessibile dal 31 maggio. La sua apertura nel 1982 fu un capitolo chiave nella storia dell’arte mondiale. «Nel corso dei millenni, le tradizioni artistiche indigene sono emerse, sono fiorite e si sono evolute anche dopo l’invasione europea», spiega la curatrice Joanne Pillsbury
Al MuCiv gli interventi di artisti e «specialisti» privi di competenze antropologiche non funzionano
Serve un cambio di rotta per far tornare i visitatori nel più importante museo italiano di antropologia all’Eur, dove opere di arte contemporanea, nella sezione della Preistoria, penalizzano le collezioni anziché valorizzarle
Nel sito di cultura Marañón, dove la pianta era considerata sacra e associata alle donne e alla luna, l’archeologo Quirino Olivera ha trovato rarissime sculture che ne raffigurano i frutti