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Il Solomon R. Guggenheim Museum di New York

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Jean-Christophe Benoist | CC BY 3.0

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Il Solomon R. Guggenheim Museum di New York

Foto tratta da Wikipedia. Foto: Jean-Christophe Benoist | CC BY 3.0

Il 2026 del Guggenheim NY: Bove, Simon e la Pop art con i suoi epigoni

Il museo statunitense ha comunicato il proprio calendario mostre previsto per l’anno prossimo

Roberto Mercuzio

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Nel 2026, varie opere di Carol Bove popoleranno la celebre rotonda del Guggenheim Museum in una retrospettiva dedicata all’artista (1971), ginevrina di nascita ma di genitori americani. Lo ha annunciato lo stesso museo newyorkese, che ha aggiunto che dopo Bove sarà la volta di Taryn Simon (1975; entrambe queste artiste sono ora rappresentate da Gagosian). Un’altra mostra prevista per l’anno prossimo sarà intitolata «Guggenheim Pop», ed esporrà opere di Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Claes Oldenburg e altri esponenti della Pop Art, insieme a loro epigoni contemporanei come Maurizio Cattelan, Lucia Hierro e Josh Kline.

La mostra di Bove, che aprirà il 5 marzo, presenta 25 anni di lavoro dell’artista, opere realizzate in varie tecniche, compresi i primi disegni e le recenti sculture in metallo per cui è ora famosa. Queste sculture, che il più delle volte presentano barre dai colori vivaci schiacciate e contorte, sono una sorta di meditazione sui concetti di peso e assenza di peso e sono diventate molto popolari nel 2021, quando l’artista ne realizzò esemplari monumentali per la facciata del Metropolitan Museum of Art.

L’annuncio della mostra di Taryn Simon, che aprirà il 18 settembre e proseguirà fino a marzo 2027, assume invece dei toni sibillini. L’artista «raccoglierà una vasta costellazione di immagini attorno a una narrazione avvolgente che si snoda attraverso lo spazio», dice il museo, insistendo sul fatto che la sua mostra cadrà nel 250mo anniversario dell’Indipendenza degli Stati Uniti, in pratica il loro atto di nascita. «I visitatori sceglieranno il proprio percorso attraverso il vortice creato da Simon». La mostra sarà a cura di Nat Trotman, che vi sta già lavorando.

«La missione del Guggenheim è da sempre quella di fornire una piattaforma per comprendere e apprezzare l’arte moderna e contemporanea di altissimo livello», recita un comunicato di Mariët Westermann, direttrice e amministratrice delegata del Guggenheim. «Le nostre mostre del 2026 fanno esattamente questo, celebrando il sostanziale contributo degli artisti americani alla cultura globale».

Roberto Mercuzio, 26 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

Il 2026 del Guggenheim NY: Bove, Simon e la Pop art con i suoi epigoni | Roberto Mercuzio

Il 2026 del Guggenheim NY: Bove, Simon e la Pop art con i suoi epigoni | Roberto Mercuzio